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Una vicenda che rischia di cadere nell'inverosimile. Che l'Italia sia un Paese dove le polemiche sono all'ordine del giorno, lo sanno anche i muri, ma prendersela per qualche post pubblicato su Facebook da un ragazzino 13enne, sembra essere davvero eccessivo.
L'articolo pubblicato da Libero, che analizzava le parole di un giovanissimo Donnarumma, ha creato un vespaio intorno al nuovo prodigio del calcio italiano, il ragazzino diventato a sedici anni titolare del Milan. Questi articoli non fanno bene al ragazzo e non fanno bene a nessuno. Sanno di un qualunquismo patetico, figlio di un sistema sbagliato che esalta e condanna una persona per frasi che possono essere gogliardiche ma anche espressione di un vero e proprio sfottò che sono il sale dello sport. L'unica pecca di Gigio Donnarumma è forse quella di essere troppo giovane, da sembrare indifeso. Ma anche il Milan con un comunicato ufficiale (Clicca QUI) si è schierato dalla parte del proprio portiere, in un caso mediatico che non è e non deve esistere. Gigio aveva 13 anni e, come un ragazzo qualsiasi scriveva sulla sua bacheca i propri desideri, le proprie passioni, le proprie convinzioni.
Qualche parolaccia giovanile non deve e non può infangare questa bella storia del calcio nostrano che, invece, deve sperare che di favole come questa se ne ripetano. Per questo, non saranno una barzelletta su Conte o una critica a Conte e Allegri a cambiare le grandi parate di Donnarumma in campo e quello che potrà diventare in futuro. Per questo #iostoconGigio, un ragazzo normale che si è preso il suo sogno. Un sogno chiamato Milan.
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