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Altro capitolo tra Milan e Zvonimir Boban sulla causa intentata dall’ex rossonero a seguito del licenziamento avvenuto nel 2020. Boban, infatti, era stato sollevato dal suo incarico a seguito di un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport dove aveva criticato la proprietà dell’epoca, il fondo statunitense Elliott. Boban aveva intentato causa al Milan e il club rossonero era stato condannato dal Giudice del lavoro del Tribunale di Milano a risarcire l'ex dirigente: si stabilì un risarcimento di 4.125.000 euro per danni patrimoniali e di 1.250.000euro per danni non patrimoniali. Successivamente, la Corte di Appello di Milano, con una sentenza del 2022, confermò l’insussistenza della giusta causa, ma rideterminò il risarcimento del danno patrimoniale in 4.825.000 euro. Boban aveva presentato ricorso alla sezione Lavoro della Corte di Cassazione, chiedendo che fossero riconosciuti anche i danni non patrimoniali.
La Cassazione ha confermato la sentenza di appello: non c'è la sussistenza del licenziamento per giusta causa da parte del Milan ai danni di Boban. Per questo arriva la conferma che l'ex dirigente rossonero riceverà gli stipendi arretrati che gli spettano (cifra che dovrebbe già essere messa a bilancio), visto che il licenziamento è stato illegittimo. Boban, però, aveva chiesto anche un risarcimento per il danno d'immagine e su questo il secondo grado d'appello della Cassazione si è espressa negativamente. Boban aveva definito 'sacrosanta' quell'intervista che poi portò al licenziamento. Nella prossima scheda le sue parole >>>
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