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Francesco Coco, ex terzino del Milan (credits: GETTY Images)
Francesco Coco, ex terzino rossonero, ha raccontato ai microfoni di 'Gianlucadimarzio.com': "Al Milan mi sentivo uno della famiglia. Ero l’ultimo prodotto delle giovanili dopo Albertini a giocare regolarmente in prima squadra. Credevo che sarei rimasto a vita, mi vedevo già capitano. Con Terim ci scontrammo subito. Era un’antipatia a pelle. Voleva riportare Maldini a sinistra. Avrei fatto solo panchina, nell’anno che portava al Mondiale. Terim sembrava essere tornato sui suoi passi. Giocai per tutto il precampionato ma a Brescia, alla prima, andai in panchina. Il giorno dopo andai da Galliani a Milanello e chiesi la cessione al Barcellona".
Sul ritorno in Italia: "Mi cercò prima l’Inter. Da gennaio iniziai ad avere contatti per andare là. Poi però, alla fine di aprile, arrivò la telefonata di Ancelotti. Due ore al telefono per convincermi a tornare. Per lui sarei andato a piedi a Milanello ma dissi che volevo che Galliani mi chiedesse in ginocchio di tornare”.
Sull'uso di cocaina: "Non ho mai toccato la cocaina. Non mi è mai interessata. L’educazione che mi ha dato mia madre mi ha sempre tenuto alla larga da certe schifezze. Dicevano che mi drogavo anche quando giocavo. Avrò fatto 1500 prove antidoping, altri prelievi del capello a sorpresa: mai niente. Bastava una serata fuori, una bella ragazza accanto e automaticamente ero un tossico. Ho accettato ogni cattiveria, ma questa non l’ho mai sopportata”.
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