Gianluigi Lentini, il funambolico centrocampista del Torino, Milan e Atalanta, è un nome che ha segnato un’epoca: e oggi?
Il 1992 segnò una svolta per l’Italia, ma anche per il calcio, con la nascita della “Seconda Repubblica” e il trionfo calcistico di un giovane talento destinato a diventare una delle promesse più brillanti. Gianluigi Lentini, il funambolico centrocampista del Torino, Milan e Atalanta, è un nome che ha segnato un’epoca, ma la sua carriera fu bruscamente interrotta da un destino beffardo.
Nato a Carmagnola nel 1969, Lentini esordì con il Torino a soli 17 anni, attirando l’attenzione per il suo dribbling irresistibile e la sua visione di gioco. Dopo una stagione di prestito all’Ancona, tornò al Torino, dove si consacrò come una stella, conquistando la Nazionale. Il suo talento sembrava non avere limiti, e i tifosi granata speravano che potesse rivivere le gesta di Gigi Meroni, tragicamente scomparso nel 1967.
Nel 1992, però, le difficoltà economiche del Torino costrinsero il club a cedere il suo gioiello al Milan per 18,5 miliardi di lire. La sua partenza scatenò polemiche e proteste tra i tifosi, ma a Milano Lentini si integrò subito nel progetto di Fabio Capello, conquistando trofei a livello nazionale ed europeo, inclusi tre scudetti e una Coppa dei Campioni.
Il declino e il Lentini di oggi
—
Tuttavia, il destino aveva in serbo una prova durissima per Lentini: il 2 agosto 1993, un incidente automobilistico lo costrinse a una lunga riabilitazione. Il talento che aveva stupito il mondo sembrava scomparso, e Lentini non tornò mai più ai suoi livelli precedenti. Nonostante alcuni tentativi di ripresa, come il ritorno all’Atalanta e un ultimo periodo al Torino, il suo futuro nel calcio sembrò ormai segnato.