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Ex Milan - Robinho protesta contro Lula. E il governo gli nega l'estradizione (getty images)
Dall'uno novembre, il Brasile ha un nuovo presidente. Lula, leader della sinistra, ha ottenuto il 50,83% dei voti, contro il 49,17% di Jair Bolsonaro. Un esito che non è stato accettato dai 'bolsonari', i quali sono scesi nelle strade per protestare. Tra le persone presenti c'era anche l'ex attaccante del Milan Robinho. Non è un mistero che il brasiliano sia uno dei sostenitori (come Neymar) di Bolsonaro e, stando a quanto riferiscono in Brasile, il motivo sarebbe prettamente personale.
Come ricorda 'gazzetta.it', Robinho è stato infatti condannato dalla Corte di Cassazione italiana a scontare 9 anni di reclusione per uno stupro commesso nel 2013, quando giocava nel Milan, ai danni di una ragazza che al tempo aveva 23 anni. La giustizia italiana ha così chiesto l'estradizione dell'ex calciatore, che però il governo brasiliano si è rifiutato di concedere. Sulla base dell'articolo quinto della Costituzione brasiliana, Robinho non verrà estradato in Italia, ma la pena potrebbe essere eseguita direttamente in Sud America, grazie alla cooperazione giuridica tra i due Paesi. ‘False fatturazioni’, chiesto un anno di reclusione a Galliani e De Laurentiis.
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