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Umberto Gandini, ex dirigente di Milan e Roma (credits: GETTY Images)
ULTIME MILAN - Mancano due giornate alla fine del campionato, con una lotta alla Champions League accesissima. Ecco cosa ha detto a riguardo ai microfoni di Radio 24 su Tutti Convocati, l'ex dirigente del Milan e della Roma, Umberto Gandini: "Il Milan deve vincere due partite sulla carta semplici, più di quelle dell'Atalanta e dell'Inter. Tutto dipende dalla sfida tra Juve e Atalanta. Il Milan sa che non può fallire le prossime due partite, ma sa che può anche non bastare. Ormai purtroppo si sono messi tutti nella condizione di essere nelle mani dell'Atalanta e della Juve. I bergamaschi giocano molto bene, ha fatto un campionato importante e fino all'ultimo minuto si deciderà tutto. Non è detto che squadre che non si giocano niente siano facili da affrontare. L'Atalanta ha anche una finale di Coppa Italia in mezzo, sarebbe il fiore all'occhiello della stagione. Vincerla potrebbe togliere qualcosa alla partita con la Juve, che non è detto affronti le partite sottotraccia. Anche per loro sarà una settimana importante, con l'incontro tra Allegri e Agnelli. Anche loro non avranno piacere a perdere. La contemporaneità è un falso problema, non si cambia modo di giocare. L'Atalanta sa che deve almeno pareggiare e il Milan deve vincere. Ci sono dei regolamenti e quello che è scritto va rispettato. Cambiando il risultato di una partita non cambia il risultato. Non credo che la Juve voglia rallentare il processo di crescita del Milan. La qualificazione si è decisa prima, ora è tutto in mano dell'Atalanta. C'è la variante della finale di Coppa Italia. Questo è il pericolo principale, sia in caso di vittoria che di sconfitta. Anche l'Inter domani col Chievo non può giocare con leggerezza. Bisogna avere coscienza di quello che è stato fatto finora e sapere che il pallino lo hanno in mano gli altri. Il modo in cui Conte ha detto di non voler andare alla Roma è stato particolare, ma essendone fuori non posso aggiungere altro. La Roma ha meno possibilità di tutte, ma ancora potrebbe dire la propria".
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