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Ibrahimovic: ascesa e declino del Re di Svezia in maglia rossonera

Daniele Triolo

"Il Milan attraversa una turbolenta estate nel 2012: il 13 maggio, infatti, al termine di Milan-Novara 2-1, dicono addio alla maglia rossonera gran parte dei senatori. Alessandro Nesta, Gianluca Zambrotta, Gennaro Gattuso, Filippo Inzaghi, lo stesso Seedorf salutano la compagnia ed Ibrahimovic teme che il club rossonero possa andare incontro ad un ridimensionamento. Galliani fa spallucce, Silvio Berlusconi, al contrario, 'scende in campo' pubblicamente annunciando come lo svedese e Thiago Silva (fresco di rinnovo contrattuale) non sarebbero stati venduti nonostante la società avesse deciso di abbassare un po' le spese per rientrare nei parametri del fair play finanziario. Nulla di più falso: sul difensore brasiliano piomba il PSG, e Galliani, fiutando la possibilità di abbattere nettamente il monte ingaggi, rifila nel pacchetto anche il cartellino (ed il lauto ingaggio, 12 milioni l'anno) di Ibrahimovic. Il Milan cede difensore ed attaccante ai francesi per 63 milioni di euro (42+21), venendo meno alle promesse fatte a Zlatan. Il 'Re di Svezia' è destituito, il suo dorato esilio è a Parigi. Galliani, tempo dopo, confiderà come Ibrahimovic non gli abbia rivolto parola per molto tempo, giacché fu costretto ad andare via dall'unico club dove si sia mai sentito veramente a casa. Nella mente, e nel cuore, dei tifosi rossoneri, resteranno le immagini di soli due anni, seppur molto intensi, vissuti godendo per le magie di Ibracadabra.

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