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Kakà: “Il mio un Milan di leader senza vanità. Ancelotti il migliore” / News
ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Ricardo Kakà, ex fuoriclasse rossonero, ha parlato del suo Milan ai microfoni di 'Sky Sports'. Ecco i suoi migliori ricordi
ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Ricardo Kakà, ex fuoriclasse rossonero, ha parlato del suo Milan ai microfoni di 'Sky Sports'. Ecco i suoi migliori ricordi: "Il 2007 è stato l'apice della mia carriera, è stato allora che ho vinto la maggior parte dei trofei importanti che si potevano vincere. La Champions League, il Mondiale per Club, il Pallone d'Oro e il FIFA World Player".
Inzaghi ti ha mai chiesto di dosare un passaggio durante l'esperienza insieme al Milan?
"È successo un paio di volte (ride, ndr). L'ho chiesto anche io qualche volta. Ho giocato con alcuni giocatori fantastici come Andriy Shevchenko, Ronaldo, Ronaldinho e Cristiano Ronaldo. A volte passi la palla a questi ragazzi e pensi che sia impossibile che segneranno da certe situazioni. Pensi "Restituiscimelo e proverò qualcosa di diverso" Ma poi segnano il gol. Tutto quello che puoi fare è festeggiare con loro e congratularti. "
Sui gol più belli
"Il gol all'Argentina all'Emirates è uno dei primi tre della mia carriera. Gli altri sono quelli contro il Fenerbahce a San Siro e quello con lo United all'Old Trafford. Non mi sono mai accorto che, dei primi tre gol in carriera, due erano in Inghilterra. Il gol contro il Manchester United in semifinale è probabilmente il gol più bello che abbia mai segnato."
Sul Real Madrid
"Ho dovuto cambiare un po 'il mio gioco. Lo stile del Real Madrid è molto aggressivo, quindi quando stavamo vincendo 3-0, i tifosi ci gridavano ancora di segnare più gol. Questo è lo stile del Real Madrid, molto aggressivo. A volte ci si deve adattare".
Sul Milan dell'epoca
"C'erano così tanti leader in squadra e nessuna vanità, quindi tutti volevano vincere, non importava chi segnasse. In un tipo di situazione del genere il puzzle era perfetto e i risultati sorprendenti. Abbiamo anche avuto uno strepitoso allenatore come Carlo Ancelotti".
Su Ancelotti
"Ho imparato qualcosa da ogni allenatore avuto in carriera ma Carlo per me è stato i migliore perché ha saputo tirar fuori il meglio di me. La caratteristica più importante che ha è la sua capacità di gestire le persone. Hai una rosa di 25 giocatori e ne puoi mettere in campo 11. Come fare con gli altri? Come tenerli motivati? Lui sapeva come farlo. Ovunque è andato ha lasciato bei ricordi nei cuori dei giocatori".
Sulla carriera ad allenatore
"Forse tra tre o cinque anni vorrò tornare in campo e essere più vicino ai giocatori ma in questo momento mi vedo più in un ruolo manageriale".
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