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Kessie a DAZN: “Sono carico, vogliamo la Champions. Ecco perchè ho mantenuto il 79”

Franck Kessié, centrocampista del Milan (credits: GETTY Images)

Ecco le parole del centrocampista del Milan, Franck Kessie, ai microfoni di DAZN, in vista del match di sabato contro l'Atalanta

Donato Bulfon

Il centrocampista del Milan, Franck Kessié, in vista del match di sabato contro l'Atalanta, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a DAZN, che trasmetterà la gara e in esclusiva.

Sull'Atalanta e sulla sfida Champions: "Sono molto carico perché è la competizione più grande d’Europa, darò il massimo per arrivare lì. Non c’è però solo l’Atalanta come avversaria per la Champions, dobbiamo pensare prima a noi e provare a vincere ogni partita”.

Sulle differenze tra Gasperini e Gattuso: "Gli allenamenti di Gasperini erano più pesanti, si correva veramente tanto, e Gasperini si arrabbiava più di Gattuso, anche se non sembra perché Gattuso urla più forte! (ride, ndr). Con Gasp ho giocato un anno solo, però in quell’Atalanta segnavo di più perché il modo di giocare era diverso, oggi le occasioni le ho ma sbaglio troppo soprattutto in contropiede: un po’ perché arrivo stanco davanti alla porta, un po’ perché nell’Atalanta c’erano più giocatori ad accompagnare l’azione; adesso invece ho meno alternative e spesso devo forzare il tiro. Gattuso però mi dà ogni giorno la carica per dare di più, mi chiede di avere più coraggio”.

Sul nuovo trio del centrocampo rossonero: “Adesso è un buon momento, non solo il centrocampo ma tutta la squadra gira bene, sia fisicamente che mentalmente”.

Sull'abbraccio a Calhanoglu dopo il gol di Piatek: “Dopo il gol è normale che tutti siano andati a esultare con Piatek, ma io avevo visto che Hakan dopo il tiro parato da Cragno aveva abbassato la testa e sono andato ad abbracciarlo. In questo momento ha bisogno del nostro sostegno. Noi ci vediamo anche fuori dall’allenamento, a volte ci vediamo a cena e parliamo... siamo arrivati nello stesso periodo e non conoscevamo nessuno, siamo diventati amici così”.

Sulla numero di maglia: “La nuova società mi aveva chiesto se rivolessi la 19, ma ho detto io di no, perché mi trovo bene con il 79 e soprattutto perché non volevo far spendere altri soldi a chi ha già comprato la mia maglietta!”.

Sulla vita extra-campo: “Passo del tempo con mia moglie e mio figlio, si chiama Prince Kylian, ha sette mesi, è nato qui a Milano. Poi magari esco con mio fratello: altri cinque fratelli più grandi di me invece lavorano in Costa d’Avorio, magari li rivedrò questa estate, quando tornerò per la Coppa d’Africa. Però adesso devo pensare a farne una mia di famiglia”.

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