L'andata del derby di Coppa Italia ci concede alcune conclusioni molto importanti anche in vista della prossima stagione. Il Milan si prepara a una nuova rivoluzione, sia tra le scrivanie dirigenziali che in campo, dopo un'annata certamente deludente. Pesa un campionato giocato con poca costanza, anche se mancano ancora otto gare, e una campagna europea terminata anzitempo contro un modesto Feyenoord. Le vicissitudini con Paulo Fonseca, il mercato estivo fallimentare, la scelta di Sergio Conceicao e una confusione, in particolar modo nella comunicazione e nelle scelte, ha condotto a una stagione che ha poi fatto esplodere la contestazione dei tifosi rossoneri. Eppure, possiamo già fissare alcuni punti che torneranno utili anche in vista dell'estate, un periodo che si preannuncia ricco di cambiamenti.


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Leao non è mai stato il problema del Milan. Joao Felix, una grande delusione
I 2 punti del nuovo Milan: Leao fondamentale, basta con i "Joao Felix"
—Punto primo: Rafael Leao è fondamentale per il Milan. Il portoghese rappresenta la primissima stella di questa squadra ed è un certezza che non può essere messa in discussione. Possiamo, magari, parlare del suo approccio alla gara, del suo carattere, del suo linguaggio del corpo, ma guai a contestare la sua qualità. Leao è uno "spaccapartita", un esterno che, per essere limitato, ha bisogno di almeno due uomini in marcatura. Lo abbiamo visto anche ieri, contro l'Inter, quando il classe '99 ha messo a ferro e fuoco la fascia sinistra e creato le principali occasioni a favore del Milan. Il portoghese, riassumendo, è una risorsa a cui non si può assolutamente rinunciare: né ora e né per la prossima stagione.
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Punto secondo: basta con i "Joao Felix". Discutiamo, prima, dell'apporto che sta dando il fantasista portoghese e poi del concetto legato a questi talenti che vagano tra i prestiti. Il classe '99 aveva incantato tutti, inutile negarlo, nel suo esordio contro la Roma. Qualità palla al piede, testa alta e grandi skills. Poi, però, si è perso in prestazioni fumose, poco pratiche e in un calcio, quello italiano, ben più tattico di quello inglese. L'immagine dell'avventura rossonera, finora, di Joao Felix è rappresentata dalla sua entrata in campo contro l'Inter nel secondo tempo: 14 minuti giocati, 7 tocchi, 5 passaggi e un possesso perso. Diciamolo, davvero troppo poco per un giocatore che prometteva scintille.
Joao Felix, inoltre, fa parte di quella categoria di talenti che non esplodono mai. La sua carriera, d'altronde, parla chiaro: Benfica, Atletico Madrid, Barcellona e Chelsea. In nessuna di queste squadre ha mai lasciato il segno e la sua parentesi al Milan è destinata a chiudersi dopo appena 6 mesi. Alla squadra rossonera non servono più questi giocatori, poiché il Diavolo necessita di profili pronti all'uso, di calciatori con caratteristiche ben definite. Il tempo delle scommesse è ormai finito e il Milan non può più rappresentare il centro di recupero di potenziali campioni. I dirigenti, e soprattutto quello che sarà il nuovo direttore sportivo, sono avvisati: dal mercato estivo dovranno arrivare solo giocatori già formati che possano dare un effettivo contributo alla causa rossonera.
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