Nel suo editoriale per il Corriere della Sera, Paolo Casarin, ex arbitro di calcio, analizza il delicato e spesso controverso rapporto tra tecnologia e giudizio umano nel calcio moderno, con particolare attenzione al ruolo cruciale dell’arbitro e del VAR. Casarin parte dalla constatazione che, oggi, il gioco si concentra sempre più nell'area di rigore, un luogo in cui si decidono spesso gli esiti delle partite ma dove, allo stesso tempo, le decisioni sono le più difficili da prendere in tempo reale. Lì, infatti, si verificano episodi complessi come simulazioni, falli non visti e tocchi di mano, spesso involontari ma a volte anche astuti, che possono cambiare il corso di un incontro.


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L’equilibrio tra tecnologia e giudizio umano nel calcio moderno: le riflessioni di Casarin
IL VAR
—In questo scenario, il VAR si presenta come un alleato fondamentale per l’arbitro centrale, poiché offre una "verità" televisiva che aiuta a correggere o confermare le decisioni prese sul campo. Casarin, tuttavia, non nasconde le sue preoccupazioni riguardo ai limiti della tecnologia. In particolare, critica la precisione millimetrica con cui vengono misurati i fuorigioco, un aspetto che può portare a decisioni che penalizzano la naturalezza e la spontaneità del gioco. A suo avviso, la tecnologia rischia di ingessare troppo il flusso del match.
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Oltre a questo, Casarin esprime anche una riflessione sul ruolo ormai marginale del guardalinee, che oggi è quasi escluso dalla valutazione attiva dei fuorigioco. Questo cambiamento ha ridotto notevolmente la collaborazione tra arbitri e assistenti, un aspetto che, secondo l'ex direttore di gara, andrebbe rivisitato. Casarin auspica infatti un ritorno a una modalità di lavoro più integrata e sinergica tra arbitri e guardalinee, come accadeva trent’anni fa, quando l’intesa tra i componenti della squadra arbitrale era fondamentale.
Infine, l'ex arbitro si spinge oltre, suggerendo una maggiore collaborazione tra arbitri e allenatori, con un riconoscimento da parte degli arbitri della maggiore sensibilità degli allenatori nella lettura dei contatti in campo. Casarin sottolinea che un confronto leale e costruttivo tra le parti potrebbe arricchire il calcio, restituendo al gioco quella dimensione umana e creativa che la sola tecnologia non riuscirà mai a garantire.
In conclusione, l'ex arbitro invita a riflettere su come, sebbene la tecnologia rappresenti un aiuto imprescindibile per migliorare la qualità delle decisioni, non debba mai sostituire il giudizio umano e la capacità di lettura del gioco. Solo attraverso un equilibrio tra il supporto tecnologico e la sensibilità umana si potrà davvero preservare l’essenza del calcio, fatto di passione, emozione e spontaneità. LEGGI ANCHE: Rafa Leao si prepara all'addio in estate? L'Arsenal è pronta a una mossa... >>>
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