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Angelo Colombo, ex calciatore del Milan (foto twitter Milan)
Angelo Colombo compie oggi 62 anni. La 'littorina della Brianza' ha vestito la maglia del Milan dal 1987 al 1990, tre stagioni in cui ha praticamente vinto tutto quello che c'era da vincere. Ripercorriamo la sua carriera nel giorno del suo compleanno.
Colombo era un centrocampista che poteva ricoprire il suolo di esterno destro e di mediano. Non godeva di una qualità eccelsa, ma era un giocatore di corsa e con uno spiccato spirito di sacrificio. E' cresciuto nel Monza, club con cui ha anche fatto il suo esordio tra i grandi per poi lasciare i brianzoli per trasferirsi nel 1984 all'Avellino. Lì si mette in bella mostra, tanto che dopo appena una stagione lo acquista l'Udinese grazie ad Ariedo Braida, allora dirigente dei friulani. Sarà lo stesso Braida, poi, a portarlo al Milan nel 1987.
Le sue ottime prestazioni in maglia bianconera hanno fatto sì che Colombo venisse acquistato dal Milan. Inizialmente sembrava dover ricoprire un ruolo di gregario, invece ebbe la fiducia di Sacchi tanto da definirlo 'tatticamente più importante di Maradona'. Con il Milan vincerà tutto: 1 campionato di Serie A, 1 Supercoppa Italiana, 2 Coppe dei Campioni, 1 Supercoppa UEFA e 1 Coppa Intercontinentale. Dopo appena tre stagioni, la 'littorina della Brianza' - soprannome che prende il nome dal treno che compie la tratta da Monza a Molteno - venne ceduto al Bari. Dopo due anni in Puglia, rimarrà senza squadra per due stagioni per poi trasferirsi in Australia, nel Marconi Stallions. Appenderà gli scarpini al chiodo nel 1995.
Dopo tanti anni, in occasione di un'intervista rilasciata a Carlo Pellegatti, Angelo Colombo ha spiegato il motivo per il quale ha lasciato il Milan. "Avevo ancora un anno di contratto con il Milan, Sacchi chiese Carbone dal Bari. Io, Adriano Galliani e Ariedo Braida una sera andammo a mangiare in un ristorante di Milano e mi dissero di poter star tranquillo al Milan, che avevo ancora un anno di contratto e che sarei potuto restare lì nonostante la concorrenza. Io scelsi di andare via senza andare da Sacchi. Lui aveva quei modi che alla fine stancano un po’. Anche Van Basten ha scritto nel suo libro l’esatto contrario di alcune cose che ha detto Sacchi. Ho deciso io di andare via perché era un po’ pesante come persona. Ero arrivato al limite di sopportazione: non come allenatore, ma come persona. Fuori dal campo bisognava essere un po’ più elastico", ha rivelato Carbone. Nonostante le sole tre stagioni in maglia rossonera, l'ex centrocampista è rimasto nel cuore dei tifosi milanisti: buon compleanno! Milan, Messias: “Non abbiamo capito cos’è successo. Dobbiamo lavorare”
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