- Calciomercato
- Redazione
Giovanni Malagò, Presidente del CONI (credits: GETTY Images)
Si sta per concludere il 2021, anno eccezionale sportivamente parlando per l'Italia, e di questo ha parlato Giovanni Malagò, presidente del CONI, che è intervenuto così su LA7: "I numeri sono molto chiari, impietosi se uno pensa di ripetersi, ma il mondo dello sport vive sognando e si rinizia sempre da capo, fa parte della genetica mentale e fisica di chi lo pratica a certi livelli. Ma quando in un secolo e mezzo di storia non hai mai fatto così bene, si deve essere realisti nell'analisi delle situazioni, anche se nel lungo periodo le premesse per fare bene ci sono: nel medio breve il discorso è diverso, ma siamo comunque il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, come numero di podi vinti a livello continentale. Ho la sensazione che questo risultato difficilmente si potrà rivedere. Però c'è da dire che il tutto un po' ce lo siamo costruiti. Quando il lockdown era generale noi stato molto professionali, nel giro di pochi giorni abbiamo disposto un Comitato Olimpico coinvolgendo svariati professionisti che dovevano stilare un protocollo per 387 discipline sportive, non solo quelle olimpiche, affinché tutti gli sportivi potessero continuare ad allenarsi: questa è stata una chiave, almeno negli sport individuali si è perso poco tempo".
Sulle Olimpiadi invernali in Cina: "Tirare in ballo lo sport per raccontare che non si è d'accordo su cose che anche io posso non condividere... mi sembra assurdo, perché sette anni fa tutti abbiamo firmato degli accordi. E voglio vedere cosa direbbero poi gli atleti se si togliesse loro la possibilità di partecipare alle Olimpiadi".
Una nota all'attuale Governo di Mario Draghi: "Non va tutto bene, come non lo andava con le precedenti legislature, non ci meritavamo un certo tipo di atteggiamento. Abbiamo tentato la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, negli anni indietro avevamo perso contro delle lobby ma stavolta è successa una cosa che non credo succederà mai più, perché qua non si tratta di aver detto no, si tratta di averci ripensato: ed è stato un suicidio elettorale, anche se poi abbiamo recuperato con la candidatura di Milano-Cortina per il 2026. Però una sconfitta per il paese l'abbiamo avuta, costruire impianti sportivi avrebbe dato nuove occupazioni a tanti". Ecco quindi il discorso stadi: "Gli stadi da calcio sono gli stessi per il rugby, qui in Italia si usano anche per gli entertainment, e credo sia giusto così".
Conclude: "Vorrei che il 2022 fosse sportivamente come il 2021, proveremo a ripeterci". Milan, le top news di oggi: ultime su Adli. Sogno Luis Alberto?
© RIPRODUZIONE RISERVATA