Prima di fare qualsiasi tipo di analisi vogliamo cominciare con un presupposto: quello di Rotterdam è stato solo il primo round e a San Siro, tra poco meno di una settimana, c'è una sfida assolutamente aperta da giocare. Detto questo, al fine di arginare un pessimismo che dilaga da ieri sera, possiamo anche iniziare un'analisi che vede il Milan sbagliare davvero tante cose. I rossoneri dei nuovi acquisti e del 4-2-fantasia si riscoprono fragili, prima di tutto mentalmente. Contro il Feyenoord è andata in scena una partita che i padroni di casa hanno dominato dal punto di vista caratteriale, affrontando con personalità una squadra che, almeno sulla carta, aveva decisamente più qualità.


ULTIME MILAN NEWS
Milan, 4-2-confusione. Ecco tutto ciò che non ha funzionato col Feyenoord
Mentalità e approccio sbagliato
—In primis, l'approccio a una gara di Champions League non si può assolutamente sbagliare. Scrivendo questo, non ci riferiamo al gol subito dai rossoneri dopo neanche 3', ma al fatto che ci fossero altri 87' per ribaltare la partita. Il Milan, in quel lungo intervallo di tempo, non crea alcun pericolo effettivo alla difesa olandese, fa tanto possesso palla, per lo più sterile, e perde tutti i duelli, offensivi e difensivi. Eravamo certi che non si potesse affatto ripetere una prestazione come quella di Zagabria, ma evidentemente ci sbagliavamo: almeno, in quell'occasione, i rossoneri riuscirono comunque a creare qualche opportunità offensiva.
LEGGI ANCHE
Poca roba, insomma, soprattutto se si parla di una sfida a eliminazione diretta. Il Milan era ben conscio dell'atmosfera che lo attendeva, della voglia di rivalsa che portava in dote una squadra che, in panchina, aveva un nuovo allenatore. Pascal Bosschaart fa scacco matto in poche e semplici mosse: cattiveria, blocco basso e verticalità. Queste sfide, si sa, le vince chi ha più fame, più convinzione, più testardaggine. Ecco, al Milan è mancato proprio questo: un deficit caratteriale che in Europa paghi caro.
4-2-confusione
—Passiamo al lato tecnico-tattico. C'era tanta attesa per ammirare, dal primo minuto, il tanto chiacchierato 4-2-fantasia. Leao, Pulisic, Joao Felix e Gimenez tutti insieme in un modulo che, però, vede solo i poveri Reijnders e Fofana a supporto della retroguardia. I "Fantastici 4" non rispettano le rosee premesse e si rendono protagonisti di una prestazione scialba, con pochi acuti e tanta confusione. A mancare, nel reparto offensivo, sono in primis i movimenti. Leao e Pulisic non vanno mai in profondità, chiedono spesso il pallone sui piedi e costringono Gimenez a una perpetua lotta solitaria con i centrali del Feyenoord (che tra l'altro lo conoscono benissimo e lo anticipano il più delle volte).
L'unico che prova a far saltare il banco è Joao Felix. Il fantasista portoghese svaria sul fronte offensivo, cerca spazi da attaccare, prova a offrire delle opzioni di passaggio, ma finisce col pestare i piedi a coloro che, come detto, rimangono fermi sulle proprie posizioni. Questo 4-4-2 offensivo non è un'opzione da scartare, nonostante l'opinione collettiva, ma per farlo funzionare serve lavorare su alcune dinamiche che il Milan, in questo momento, non ha ancora appreso. Già, perché se hai un attacco del genere hai solo due opzioni: o giocare in contropiede o dominare, attraverso l'aggressività, il diretto avversario.
Il reparto difensivo
—Detto di quello offensivo, passiamo al reparto difensivo. Ci colleghiamo al discorso fatto in precedenza, perché se vuoi giocare con quattro punte allora queste devono essere disposte al sacrificio. Pulisic ha corso tanto, così come Joao Felix e Gimenez. Chi manca alla conta? Ovviamente Rafael Leao. Qualora andaste a vedere la sua Heat Map, scoprireste che l'apporto difensivo dell'esterno portoghese è stato alquanto insufficiente. Poche corse all'indietro e tanta presenza sulla fascia sinistra, dalla metà campo in su. Nonostante ciò, Leao ha concluso la sfida con un solo tiro verso la porta, 5 duelli vinti su 12, 7 dribbling tentati (di cui solo 3 riusciti), un solo cross e ben 18 possessi persi.
Ma chi è che soffre maggiormente di questi dati? Ovviamente la difesa. Il Milan ha subito, per tutto l'arco della gara, le continue sfide individuali di Paixao e Moussa, soffrendo terribilmente sugli esterni: proprio la zona in cui vi era la necessità di maggiore collaborazione. L'unica nota positiva sta in Strahinja Pavlovic, con il difensore serbo che prosegue nel suo ottimo momento di forma. Eppure, se dopo una sconfitta per 1-0 il miglior giocatore della squadra è una centrale difensivo a scapito di un attacco con quella qualità, allora è chiaro che vi sia un problema al quale Conceicao deve trovare assolutamente una soluzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA