Ultima, ma non per importanza, nota lieve è rappresentata sicuramente dai giovani lanciati durante l'arco di questa stagione. Camarda, Zeroli, Traoré, Jimenez, Simic e Bartesaghi sono il frutto di una Primavera che funziona, come abbiamo potuto assistere lungo la cavalcata alla finale di Youth League. Il tifoso rossonero è sempre fiero di quei talenti che nascono e crescono nel proprio settore giovanile e, in questo senso, il futuro sembra promettere bene. L'importante, però, è avere coraggio: questi giovani DEVONO trovare il loro spazio in prima squadra.
Cosa non ha funzionato
—Inutile dire che partiremo dalla difesa. La retroguardia rossonera ha fatto acqua da tutte le parti e fin dalle primissime amichevoli estive. L'approccio più offensivo e le caratteristiche di alcuni difensori (vedi Thiaw e Kjaer) non sono mai sembrate adatte all'esoscheletro di una squadra a cui mancava, e manca ancora, un mediano di quantità. Reparti lunghi e praterie nelle quali ogni avversario affrontato ha colpito i rossoneri. Va bene fare un gol in più all'avversario, ma se vuoi puntare ai trofei più importanti devi, per forza di cose, subire molto di meno.
Non ci distanziamo molto dalla questione del mediano mai giunto a Milanello, poiché la scelta di puntare unicamente su Rade Krunic non ha affatto pagato. Il centrocampista bosniaco è stato sempre sfruttato come un prezioso jolly, ma affidargli le chiavi del centrocampo e una titolarità indiscussa non poteva che far riflettere. Il suo addio a gennaio, poi, ha celebrato un triste epilogo. Infine, per chiudere il discorso relativo al mercato, si è sentita la mancanza di un attaccante dal livello superiore. Bene Jovic, ha firmato gol pesanti, ma visto un Giroud che andava per i 38 anni bisognava, forse, puntare su un profilo diverso.
Chiudiamo parlando della dirigenza. Dall'addio di Maldini e Massara si è fatta fin troppa confusione e, ancora oggi, non è proprio ben chiaro quali siano gli effettivi ruoli. L'arrivo di Ibrahimovic è stato acclamato come un attesissimo ritorno ma attorno alla sua figura rimane qualche punto interrogativo. La scelta del nuovo allenatore dirà molto sulle gerarchie della dirigenza rossonera e, soprattutto, sulle reali ambizioni della proprietà firmata Gerry Cardinale. LEGGI ANCHE: Pedullà - "Milan-Conte, nessun passo importante: ecco tutte le sue richieste"
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