Le parole di Cardinale fanno preoccupare i tifosi del Milan. Niente rivoluzione, i rossoneri hanno bisogno solo di qualche aggiustamento
Le parole di Gerry Cardinale sembrano aver scatenato un nuovo ciclone mediatico. Cambierà tutto? In quanti se ne andranno? Chi verrà licenziato? Saranno ceduti i Top Player? Prevedibile, soprattutto perché il proprietario di Redbird non è solito fare interviste del genere e ancor di più affiancato dal suo nuovo uomo di fiducia: Zlatan Ibrahimovic.
Pare ormai chiaro che lo svedese sia la proiezione di Cardinale, incaricato dallo stesso statunitense di vegliare lì dove lui non può esser sempre presente. L'ex attaccante ha dunque il compito di valutare attentamente le situazioni che orbitano attorno al Milan, ma non solo quelle di campo. Eppure, le parole di Cardinale aprono ad uno scenario molto importante: che sia proprio Ibrahimovic la figura che sceglierà il prossimo allenatore rossonero?
Obiettivi e traguardi
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Basta farci caso, Cardinale ha, quasi, sempre parlato al plurale. Si è detto in primis deluso che il Milan non sia in testa alla classifica e che i tanti, tantissimi, infortuni abbiano anche un po' infastidito i piani alti. Un cambio dello staff atletico diventa così scontato ma, spesso, questi cambiamenti congiungono con quello dell'allenatore.
Passiamo poi al concetto di evoluzione. Sembra un parolone, ma in realtà non lo è. Evolversi non significa rivoluzionare, non ci saranno cambiamenti drastici né tantomeno cessioni a catena. La squadra è nuova, lo ha ammesso lui stesso, e ha un naturale bisogno di formarsi. Probabilmente non assisteremo ad un'estate di grandi e faraonici colpi, ma neanche di vendite dolorose. Il Milan ha bisogno di qualche aggiustamento, poiché i giocatori di valore ci sono, ma necessità di novità: una ventata di aria fresca insomma.