Da che mondo è mondo, chi sbaglia paga. Inutile girarci intorno, inutile parlare di grandi cambiamenti se, poi, chi ha la maggior parte delle colpe rimane fermo sulle proprie posizioni e idee. La stagione 24/25 del Milan è un totale fallimento, ma non solo sul campo. Non si tratta di un'annata opaca, magari sfortunata, ma di errori continui e ripetuti a partire da agosto. In questo agglomerato, inoltre, ci sono anche progetti che sono stati pubblicizzati, diffusi e decorati come idee innovative e vincenti. Parliamo del Milan Futuro, ovviamente, ma anche del tema stadio, di San Donato e di una nuova struttura unicamente rossonera. Insomma, davvero tante, forse troppe, parole e davvero pochi fatti.


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Milan, è una stagione fallimentare. Società, dirigenza e squadra: a chi va la colpa?
D'altronde, il negativo inizio di stagione ci aveva già fatto percepire che qualcosa sarebbe andato storto. Tuttavia, nessuno, neanche il più pessimista, avrebbe mai pensato che il 2 marzo 2025 il Milan avrebbe perso in casa contro la Lazio, allontanandosi ulteriormente dal quarto posto e ascoltato una contestazione mai così dura contro tutto e tutti: squadra, allenatore, dirigenza e società.
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Di chi sono le responsabilità?
—Facciamo un gioco: chi ha più responsabilità in questo fallimento? Difficile rispondere, dato che ognuno di noi avrebbe una propria scaletta. C'è chi mette al primo posto la società, c'è chi mette i dirigenti e ancora c'è chi mette la squadra. D'altra parte, ciascuno di questi, chiamiamoli partiti, ha una gran bella fetta di responsabilità e, soprattutto, sono collegati attraverso un filo che parte da lontano. La rosa del Milan, difatti, non è assolutamente paragonabile a quella di fallimenti passati. La formazione della stagione 14/15, ad esempio, concluse il campionato al decimo posto e viveva un periodo storico, legato alla società, abbastanza simile a quello contemporaneo: c'era confusione, mancava unità e non vi era grande fiducia nel futuro.
Dunque, parte delle colpe possono essere affibbiate a una squadra potenzialmente molto forte, al netto di qualche defezione in alcuni ruoli, ma troppo fragile mentalmente. La questione allenatore, poi, ha peggiorato una situazione che ha visto alcuni episodi interni molto gravi: si parte dal Cooling Break nella sfida contro la Lazio fino al battibecco tra Conceicao e Calabria alla conclusione di Milan-Parma.
E la società? Assente, nel vero senso della parola. Cardinale ha sempre parlato attraverso interviste che non riguardavano il semplice tema calcistico, ha inserito un veterano come Ibrahimovic, seppur con scarsi risultati, e delegato gran parte del lavoro all'uomo dei conti, e non di campo, come Giorgio Furlani. Quest'ultimo, assieme agli altri membri del famoso "gruppo di lavoro", ha sbagliato tutte le scelte possibili: dal mercato estivo a Fonseca, fino alla piramide dirigenziale e, soprattutto, la comunicazione. I fischi dei tifosi rossoneri, dunque, a chi sono rivolti? Alla squadra? A chi ha scelto i giocatori? A chi ha scelto la dirigenza? O a chi vede il Milan solo come un'azione su cui investire? Nel mentre che troviamo una risposta possiamo affermarlo, e volendo anche ripeterlo, senza troppi problemi e anche con largo anticipo, affinché colui, o coloro, che ha condotto a questo possa pagare: la stagione rossonera è un totale fallimento. LEGGI ANCHE: Milan, Conceicao ai titoli di coda: cosa non ha funzionato con lui?>>>
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