Dov'è finito Zlatan Ibrahimovic? Questa è una domanda che si stanno ponendo in molti e neanche non da poco tempo. Alcuni, infatti, avranno notato la presenza, nelle ultime giornate di campionato, di Geoffrey Moncada durante le consuete interviste pre-partita. Dall'inizio della stagione, andando a ritroso, a occupare quello slot è sempre stato Ibrahimovic, sia che riguardasse la Serie A e sia che riguardasse la Champions League. Dello svedese non sembra esserci più traccia, neanche sui social, piattaforma in cui ha spesso sorpreso con post enigmatici che hanno fatto infuriare i tifosi rossoneri.


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Milan, dov’è finito Ibrahimovic? Le promesse e un’assenza che fa rumore
Prima della sfida di campionato con il Como si sparse una voce, che parlava di un'assenza dovuta all'influenza, e per trovare le sue ultime dichiarazioni rilasciate dobbiamo tornare alla tanto discussa intervista a QG o al deludente post-partita di Milan-Feyenoord in Champions League. Insomma, di tempo ne è passato e i rossoneri hanno affrontato Torino, Bologna, Lecce e Como senza la presenza, o la voce, dello svedese.
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Quelle promesse di inizio stagione
—La sua assenza fa rumore eccome, soprattutto perché i tifosi del Milan non dimenticano facilmente. Ibrahimovic è stato il grande protagonista dell'estate rossonera, poiché sempre al centro di rumors, trattative e conferenze. Parlò di un Milan vincente, ambizioso e bello durante la presentazione di Paulo Fonseca. Delineò i motivi e le caratteristiche degli acquisti estivi. Elencò gli obiettivi da raggiungere e mostrò a tutti il tanto pubblicizzato progetto del Milan Futuro. Tutti elementi che non hanno trovato un buon prosieguo: Fonseca è stato esonerato, gli acquisti estivi (escluso Fofana) hanno deluso e il Milan Futuro è a un passo dalla retrocessione in Serie D.
Ibrahimovic, poi, ha sbagliato anche nella comunicazione. Lo svedese non ha mai fatto parte dell'organigramma del Milan, eppure parlava di creazione, di progetto, di obiettivi a lungo termine, omettendo, fino a un certo punto, di essere un uomo di RedBird. Difatti, le dichiarazioni di Ibra si riferivano alla visione, molto ampia e generale, che ha sempre avuto Gerry Cardinale e legata a tutto il mondo Milan, non a quello prettamente sportivo.
Il suo inserimento, difatti, aveva un fine preciso: dare ai tifosi il proprio idolo. Eppure, col tempo anche il popolo rossonero ha iniziato a fischiare e contestare quello stesso uomo che li ha fatti esultare a San Siro e in tutta Italia. Una decadenza certamente non degna del suo passato, una figura ingombrante in un'ambiente che vive di rapporti delicati ma promossi attraverso quello slogan, poi concluso male, del "gruppo di lavoro". Ibrahimovic è lo specchio del Milan targato RedBird, delle tante parole e dei pochi fatti. In attesa, ovviamente, che lo svedese si ripresenti davanti alle telecamere.
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