Iniziamo, ovviamente, da Paulo Fonseca. Avendo già sottolineato la tristezza del suo addio, passiamo ai motivi, o presunti tali, che hanno portato al suo ingaggio. L'estate rossonera è stata influenzata da una certa apprensione. Salutato Stefano Pioli, i dirigenti del Diavolo si fiondano sul mercato per trovare il suo successore. Tra sondaggi, discorsi e valutazioni, i tifosi attendono con ansia di scoprire chi sarà il nuovo allenatore del Milan. Il "casting" si trascina alla lunga: Conte, De Zerbi, Sarri, Allegri, Tuchel, Thiago Motta e addirittura Klopp. Poi, all'improvviso, spunta il nome del prescelto, Julen Lopetegui.
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Milan, la cronistoria di un disastro: Fonseca, il mercato e la comunicazione
La piazza non ci sta e fa sentire la propria voce. "Il Milan ha bisogno di un tecnico di carisma, personalità e un bel palmarès", "Lopetegui non è adatto, serve Antonio Conte". Insomma, i tifosi rossoneri hanno le idee ben chiare, al contrario, e apparentemente, della dirigenza. Si scarta Lopetegui e torna l'atmosfera di mistero: "forse avranno capito che la squadra necessità di un allenatore Top". E invece no, perché qualche settimana dopo ecco diffondersi il nome di Paulo Fonseca.
Stavolta, nonostante il disaccordo collettivo dei tifosi, i dirigenti puntano il dito e scelgono: Fonseca diventa il nuovo tecnico del Milan. Il portoghese viene presentato da Zlatan Ibrahimovic in persona, emana delle sensazioni positive e si parla di tante cose belle: il gioco dominante, l'ambizione di RedBird, l'obiettivo scudetto e la crescita dei giovani rossoneri attraverso il Milan Futuro. Il pessimismo precedente sembra svanire, aiutato anche da una tournée estiva che vede i rossoneri battere il Real Madrid, il Barcellona e il Manchester City. Ciò che succede dopo, purtroppo, lo sappiamo tutti.
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