Non possiamo non terminare questa cronistoria con le scelte di comunicazione. L'immagine perfetta è rappresentata dal post partita di Milan-Roma. Fonseca era, virtualmente, già esonerato eppure nessun dirigente si è presentato di fronte ai microfoni. Anzi, il tecnico portoghese ha comunque parlato, sia nelle interviste che in conferenza, spiegando che, nonostante le voci, a lui non era stato comunicato ancora nulla. Tempo qualche ora ed ecco che, sempre a San Siro, inizia e finisce una riunione che "ufficializza" l'esonero del portoghese. Proprio quest'ultimo, all'uscita dallo stadio, annuncerà il suo stesso addio. Insomma, non proprio il modo migliore per chiudere questo capitolo.
Eppure, questo è stato solo l'ultimo degli errori della dirigenza rossonera. In diverse occasioni, infatti, il trio formato da Furlani, Moncada e Ibrahimovic non ha presenziato, non ha parlato o lanciato messaggi. Anzi, le poche dichiarazioni rilasciate sono sempre state fatte prima di un match, ma condite da quelle frasi fatte che danno davvero pochi spunti. Un altro caso emblematico è rappresentato dal caos del Cooling Break, l'episodio, di Roma contro la Lazio, con protagonisti Leao e Theo Hernandez. Sarà solo Furlani, giorni dopo, a definire quanto accaduto come un "non evento". Anche in questo caso non proprio il modo migliore per chiudere la faccenda.
Tralasciando la questione relativa al documento di Harvard nello studio sul Milan di RedBird, divulgato solo mesi dopo la sua effettiva creazione, possiamo concludere con Gerry Cardinale. I tifosi rossoneri non lo hanno mai sentito parlare se non durante la sua presentazione, ormai quasi due anni fa, e in qualche intervista lontana. L'assenza, fisica, di Cardinale non permette al tifo di relazionarsi, di sentirsi rappresentato, di poter legare in qualche modo. In più, le dichiarazioni, spesso fredde e ciniche, del numero uno di RedBird non hanno mai fatto felici i supporters rossoneri, conducendoli a pensare che Cardinale veda il Milan solo come un'azione su cui investire.