Gli alibi sono finiti
—Ora, però, le attenuanti sono finite. I dirigenti rossoneri dovranno fare i conti con le proprie responsabilità, parlare a viso aperto con tutti coloro che, in questi mesi, si sono chiesti dove fossero i vari Furlani, Ibrahimovic e Moncada. In particolare, l'ex campione svedese sembra essere al centro del ciclone. I tifosi lo hanno ammirato e amato per le sue giocate in campo, ma stanno imparando a criticarlo, e aspramente, per la sua gestione dirigenziale. Vogliamo ricordare, però, che Ibrahimovic non fa parte dell'organigramma del Milan, ma rappresenta il braccio destro di Gerry Cardinale e dunque RedBird.
Occhi puntati, quindi, su Furlani e Moncada. Sull'operato del primo non possiamo far cadere la penna, poiché Furlani, quando si tratta di gestione amministrativa, non sembra avere eguali. Tuttavia, l'amministratore delegato rossonero appare in netta difficoltà quando si parla del pallone, proprio l'ambito che, fra le due cose, sembra essere il più semplice. Il silenzioso Moncada, invece, vive nell'ombra di Ibrahimovic. Il direttore tecnico, infatti, appare solo in compagnia dello svedese, che si tratti di stare con la squadra o che si tratti di presenziare a San Siro.
Una responsabilità da prendere
—Tutti e tre hanno finora operato e sono stati ben coperti da Paulo Fonseca. Non che l'ex allenatore rossonero abbia espresso parole di difesa nei loro confronti, ma perché ha svolto anche i loro compiti. Sia nella vittoria che nella sconfitta, a parlare era sempre e solo Fonseca. Un'agonia iniziata dalla prima sconfitta stagionale, contro il Parma, e proseguita fino alla vittoria, sofferta, contro l'Hellas Verona. Il 24 agosto 2024, Fonseca è diventato ufficialmente un uomo solo, un Don Chisciotte che combatteva contro i mulini a vento.
Il carico di responsabilità, in questi mesi molto complicati per l'allenatore portoghese, non ha fatto che aumentare ma gravava, e grava ancora, sulle spalle di coloro, o colui, che hanno scelto il successore di Stefano Pioli. Errare è umano, ma perseverare è diabolico, speriamo dunque che Conceicao possa lavorare in condizioni migliori, ma speriamo, allo stesso modo, che chi ha preso quella decisione, nel non troppo lontano luglio 2024, possa pagare pegno. D'altronde, Maldini fu cacciato per molto meno. LEGGI ANCHE: Milan, cosa cambierà con Conceicao? Dal modulo alla filosofia di gioco >>>
© RIPRODUZIONE RISERVATA