Per trent’anni, il Milan ha incarnato passione e leadership grazie alla visione di Silvio Berlusconi, un uomo che ha portato il club a collezionare trofei indimenticabili. Anche nei momenti più difficili, con separazioni e scelte impopolari, c’era sempre qualcuno che si assumeva le proprie responsabilità, da Adriano Galliani a Paolo Maldini, fino allo stesso Berlusconi. Quelle pacche sulla spalla o frasi di circostanza, seppur formali, erano simboli di una società che non lasciava nulla al caso, nemmeno le apparenze.
Un’identità smarrita
—Il Milan che oggi lascia un allenatore solo, abbandonato nel parcheggio di San Siro con un finestrino abbassato, non è il Milan che i tifosi conoscono e amano. È un Milan che sembra aver smarrito la propria identità, fatto di improvvisazione e indifferenza. E in un mondo dove la passione è il motore di tutto, l’ignavia non è ammessa.
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