Il Milan pareggia contro il Rapid Vienna nella sua prima amichevole. Un match in cui abbiamo visto errori ma anche alcune idee di Fonseca
Definirlo come un passo falso, cosa che stanno facendo in molti nell'ultima ora, sembra alquanto esagerato. Il Milan pareggia la sua prima amichevole estiva e di "nuovo" c'è davvero poco. Risulta difficile anche solo analizzare la partita poiché abbiamo assistito a due squadre ben diverse: quella del primo e quella del secondo tempo. Noi però, ci proviamo comunque e tentiamo di estrarre da questa prestazione quelli che sono stati i pochissimi sprazzi dell'idea tattica di Paulo Fonseca. Ci teniamo a sottolineare, tuttavia, che il Milan visto quest'oggi è solo una bozza di un gruppo che rimane all'inizio di un'intera preparazione atletica.
I terzini e i due mediani
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Partiamo da ciò che si è potuto vedere fin dal primissimo minuto. Niente più terzini che tagliano il campo, così come nessuno dei due mediani che si lancia in avanti per creare densità. Il Milan di Fonseca ha una base molto "normale": i terzini spingono e i mediani bloccano. Ecco, purtroppo però la differenza messa in mostra fra il primo tandem difensivo (Adli-Pobega) e il secondo (Florenzi-Bennacer) è talmente ampia da pensare che le gerarchie sono già belle che consolidate. La necessità di un centrocampista difensivo (come Fofana ad esempio) diventa così un tema centrale, poiché Adli e Pobega, nella fase di riaggressione della palla, non l'hanno presa mai.
Se i mediani hanno difeso poco, i terzini hanno spinto ancora di meno. Il Milan di Fonseca gioca con l'ampiezza. Gli esterni devono calpestare la linea laterale e tagliare il campo solo in base ai movimenti della punta centrale e del trequartista. Questi, però, hanno bisogno di una mano dai terzini, i quali dovrebbero, in teoria, mettere a ferro e fuoco le proprie fasce d'appartenenza. Nel primo tempo, dunque parliamo di Calabria e Terracciano, non lo hanno fatto mai. Timidi, lenti e impacciati. Tanti palloni persi e poco attenti in marcatura. Ripetiamo, siamo solo all'inizio e sono giudizi fini a sé stessi, ma in molti dovranno darsi da fare per non rischiare di rimanere in panchina.
La costruzione dal basso
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Okay, il Rapid Vienna aveva una condizione fisica nettamente migliore, ma quanti errori abbiamo visto in costruzione? Questo sempre nel primo tempo, poiché nel secondo siamo riusciti ad intravedere qualche trama molto interessante. La parola d'ordine è velocità, due tocchi al massimo e movimento a pendolo. Quando fatto bene, il Milan è uscito con grande facilità dal pressing, portando in avanti diversi uomini. Da una di queste azioni è nato proprio il gol firmato da Florenzi: ripartenza, passaggi semplici e dritti in porta.