Le vittorie solitamente portano entusiasmo ed autostima. Ma questa? Avremmo voluto essere lì nello spogliatoio a fine partita, con i giocatori, per carpirne l'umore, osservarne le facce, ascoltarne i dialoghi. Dubito fortemente ci fosse un clima di festa, semmai di sollievo. Perchè il Milan doveva vincere e ha vinto. La classifica è buona e si rimane in corsa per il passaggio diretto del turno. Bene. Ma finisce tutto lì.
Il 'come si vince' non conta più?
—Il Milan ha giocato alla pari con la squadra forse più scarsa della Champions League, paragonabile a una formazione di bassa classifica di Serie A (se vogliamo essere magnanimi) e ha strappato una vittoria risicata nel punteggio. Quanta autostima può generare questo successo così sofferto? Ci si può veramente ritenere soddisfatti? Il Milan torna in Italia con maggiori consapevolezze o - al contrario - con più dubbi e paure? La verità è che si è andati più vicini all'esonero di Fonseca che a una rinascita. I volti in tribuna di Ibrahimovic, Furlani e Moncada erano tutt'altro che felici
Fonseca, quali miglioramenti?
—La squadra - contrariamente a quanto dice Fonseca - fatica a mostrare miglioramenti. Non dà mai la sensazione di essere solida e in controllo. Il salto di qualità non arriva mai. Ha ragione Fofana quando dice che la coperta è sempre corta: quando il Milan attacca, difende male. Quando difende, attacca male. C'è sempre qualcosa che non va. I difetti sono sempre gli stessi: scarso equilibrio, difesa vulnerabile, gioco prevedibile, fatica negli spazi stretti, errori individuali da calcio oratoriale.
Com'è possibile che i nostri difensori non sappiano cos'è una preventiva? O non sappiano leggere tempi e spazi. E' un qualcosa che ha dell'incredibile, considerato che sono tutti Nazionali e nessuno è più un pivellino alle prime armi. Certe lacune difensive sono disarmanti e sconfortanti. Quanto tempo ancora servirà per cancellare questi difetti?
La sensazione, poi, è che questa squadra quattro attaccanti non li regga. Nemmeno nelle partite più facili e abbordabili. Leao (o Okafor), Pulisic, Chukwueze e Abraham (più Reijnders, giocatore di qualità e movimento) questa squadra non li può reggere. Mancano dannatamente equilibrio e copertura. Ma sembra non si voglia mai guardare in faccia la realtà. Il campo dice una cosa, le scelte un'altra. Poi ci sono certe dichiarazioni: "Siamo da scudetto", "Abbiamo giocato bene". Il tifoso rossonero fatica a comprendere. Teniamoci questo brodino, ma da qui in avanti servirà mostrare qualche progresso in più. Aprire una striscia di vittorie potrebbe aiutare tutti, ma attenzione: conterà anche il 'come si vince'.. LEGGI ANCHE: Slovan Bratislava-Milan, Fonseca soddisfatto. Poi punzecchia Leao >>>
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