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L'editoriale del direttore di PianetaMilan.it, Matteo Ronchetti, dopo Slovan Bratislava-Milan, quinta giornata di Champions League 24-25 | News AC Milan
"Il Milan ha vinto bene, siamo migliorati". Questo, in sintesi, il pensiero di Paulo Fonseca dopo la vittoria per 3-2 a Bratislava contro lo Slovan, nella quinta giornata di Champions League. Una lettura della partita che ha lasciato alquanto basiti.
Ora, capisco benissimo la necessità di provare a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, di infondere fiducia e entusiasmo a una squadra che fatica costantemente ad accendersi e a crederci, ma mi chiedo quanto ci sia di vero e credibile in questa analisi a caldo del mister rossonero.
Le vittorie solitamente portano entusiasmo ed autostima. Ma questa? Avremmo voluto essere lì nello spogliatoio a fine partita, con i giocatori, per carpirne l'umore, osservarne le facce, ascoltarne i dialoghi. Dubito fortemente ci fosse un clima di festa, semmai di sollievo. Perchè il Milan doveva vincere e ha vinto. La classifica è buona e si rimane in corsa per il passaggio diretto del turno. Bene. Ma finisce tutto lì.
Il Milan ha giocato alla pari con la squadra forse più scarsa della Champions League, paragonabile a una formazione di bassa classifica di Serie A (se vogliamo essere magnanimi) e ha strappato una vittoria risicata nel punteggio. Quanta autostima può generare questo successo così sofferto? Ci si può veramente ritenere soddisfatti? Il Milan torna in Italia con maggiori consapevolezze o - al contrario - con più dubbi e paure? La verità è che si è andati più vicini all'esonero di Fonseca che a una rinascita. I volti in tribuna di Ibrahimovic, Furlani e Moncada erano tutt'altro che felici
La squadra - contrariamente a quanto dice Fonseca - fatica a mostrare miglioramenti. Non dà mai la sensazione di essere solida e in controllo. Il salto di qualità non arriva mai. Ha ragione Fofana quando dice che la coperta è sempre corta: quando il Milan attacca, difende male. Quando difende, attacca male. C'è sempre qualcosa che non va. I difetti sono sempre gli stessi: scarso equilibrio, difesa vulnerabile, gioco prevedibile, fatica negli spazi stretti, errori individuali da calcio oratoriale.
Com'è possibile che i nostri difensori non sappiano cos'è una preventiva? O non sappiano leggere tempi e spazi. E' un qualcosa che ha dell'incredibile, considerato che sono tutti Nazionali e nessuno è più un pivellino alle prime armi. Certe lacune difensive sono disarmanti e sconfortanti. Quanto tempo ancora servirà per cancellare questi difetti?
La sensazione, poi, è che questa squadra quattro attaccanti non li regga. Nemmeno nelle partite più facili e abbordabili. Leao (o Okafor), Pulisic, Chukwueze e Abraham (più Reijnders, giocatore di qualità e movimento) questa squadra non li può reggere. Mancano dannatamente equilibrio e copertura. Ma sembra non si voglia mai guardare in faccia la realtà. Il campo dice una cosa, le scelte un'altra. Poi ci sono certe dichiarazioni: "Siamo da scudetto", "Abbiamo giocato bene". Il tifoso rossonero fatica a comprendere. Teniamoci questo brodino, ma da qui in avanti servirà mostrare qualche progresso in più. Aprire una striscia di vittorie potrebbe aiutare tutti, ma attenzione: conterà anche il 'come si vince'.. LEGGI ANCHE: Slovan Bratislava-Milan, Fonseca soddisfatto. Poi punzecchia Leao >>>
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