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Il Milan di Fonseca è un disastro: i motivi del fallimento del progetto

Daniele Triolo Redattore 

È stato proprio il gruppo di lavoro (Ibra, Furlani, Moncada) a scegliere, come sostituto di Stefano Pioli per la panchina del Milan, il portoghese Paulo Fonseca. Una scelta che sembrava sbagliata sin da subito, già da giugno. E che la prova del campo sta confermando, purtroppo, in maniera chirurgica. Per Fonseca - buon tecnico, va sottolineato sicuramente, e persona squisita, parlava già il curriculum. Esonerato dal Porto, solo 5° e 7° in Serie A con la Roma, addirittura 5° e 4° con il Lille nella non irresistibile Ligue 1.

Sì, è vero, ha vinto tre campionati nazionali in Ucraina con lo Shakhtar Donetsk, ma in un torneo praticamente a due con la Dinamo Kyiv. In un'estate in cui liberi sul mercato c'erano, per citarne alcuni, Antonio Conte, Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, non una grande pescata della dirigenza. E i risultati parlano chiaro: il Milan è in una buona posizione di classifica in Champions League e ha possibilità di accedere al turno successivo, tramite playoff o direttamente agli ottavi. Questo, a Fonseca, nessuno lo leva.

Ma in campionato i rossoneri sono un disastro. Ottavo posto in classifica, a - 14 dallo Scudetto (in cui il tecnico dichiarava di credere fino a 48 ore fa), - 8 dalla zona Champions, ma con ben 3 squadre davanti da superare. Un'annata quasi gettata alle ortiche. In cui, tra l'altro, Fonseca si fa spesso notare per la scarsa assunzione delle proprie responsabilità, preferendo - di volta in volta - scaricare colpe sui giocatori. E punendone più di qualcuno con le panchine. Con Rafa Leão la strategia ha funzionato, ma non sono certo tutto uguali. Il rischio, concreto, è quello di perdere di mano il gruppo. PROSSIMA SCHEDA

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