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Il Milan e i giocatori (troppo?) indispensabili

Redazione

Ci sono giocatori e giocatori, alcuni sono più importanti di altri. Ma se fossero... troppo importanti?

La sconfitta in campionato dei rossoneri con la Juventus è arrivata nel giorno in cui mancavano Maignan e Theo Hernandez per squalifica. Un caso? Certamente no. La squadra di Pioli pare soffrire di un eccessivo legame con 2-3 giocatori che alzano nettamente il livello tecnico, ma senza i quali emergono lacune abbastanza evidenti, nonostante il buon inizio di stagione

Compattezza ma senza lampi

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Partiamo da una premessa chiara e innegabile: in tutte le squadre, a qualsiasi livello, ci sono uomini di qualità superiore rispetto agli altri, protagonisti indiscussi da cui tutti i compagni traggono giovamento, e senza i quali l’intera compagine perde di efficacia. È una verità estendibile in tutte le direzioni: citiamo esempi come Lautaro Martinez nell’Inter, Osimhen nel Napoli, Dybala e Lukaku nella Roma, Luis Alberto nella Lazio, ma anche Berardi nel Sassuolo, Nico Gonzalez e Bonaventura nella Fiorentina, e così via. Si tratta di una situazione normale: ogni squadra ha almeno 1 o 2 leader, a livello di personalità e talento.

Tra tutte, però, quella che sembra soffrire di più l’eventuale mancanza di qualche atleta simbolo è forse il Milan, con tre nomi di riferimento da cui pare davvero complicato prescindere: Maignan, Hernandez e Leao. Se loro non ci sono, o non sono in forma, o incappano in giornate di poca vena, ecco che l’intera squadra perde di spinta. Le partite dei rossoneri vedono spesso due facce di una stessa medaglia, ovvero un’idea di gioco ormai chiara, consolidata, a cui però talvolta mancano i guizzi decisivi. Prova ne sono i due pareggi per 0-0 nelle prime sfide di Champions, con tante occasioni sprecate, o partite di campionato come quella con la Juventus, indirizzata senza dubbio dall’espulsione nel primo tempo, ma probabilmente persa anche per l’assenza di due dei tre giocatori sopra citati.

D’altronde, parliamo di eccellenza assoluta. Maignan è in questo momento uno dei migliori portieri al mondo. Stesso discorso per Theo come esterno con smaccata propensione offensiva. Quanto a Leao, il portoghese pare ancora preda di alcuni limiti, ma la sua capacità di spaccare le difese avversarie è conclamata. Senza di loro, si crea un vuoto. Il Milan deve però trovare soluzioni alternative più incisive.


Cielo sereno ma senza stelle

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Nell’ambito delle scommesse calcio, le quote sulle partite del Milan possono risultare molto diverse nel caso in cui il team di Pioli si presenti al completo o con qualche assenza fondamentale. Eppure, la mezza rivoluzione estiva doveva servire anche e soprattutto per implementare la qualità della rosa. L’impressione, per ora, è che siano arrivati tanti giocatori discreti (Musah, Loftus-Cheek, Okafor, Chukwueze) o molto buoni (Pulisic, Reijnders) ma che manchi colui che può prendere per mano la squadra se i big sono fuori causa o difettano di ispirazione.

Stiamo parlando di un Milan che comunque aveva vinto sette delle prime otto partite di campionato, per cui possono sembrare concetti un po’ forzati. Ma per crescere ancora, c’è bisogno di dipendere meno da chi non sempre può risolvere le difficoltà.


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