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Milan, Ibrahimovic ascoltato dalla Procura FIGC. Zlatan si è difeso così
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, ieri Ibrahimovic, attaccante del Milan, è stato ascoltato dalla Procura Federale: ecco la difesa di Zlatan
Ieri, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, è stata una giornata importante per il Milan e per Ibrahimovic. Ieri mattina, infatti, lo svedese è stato ascoltato dalla Procura federale. In primo piano ovviamente il derby di Coppa Italia e lo scontro con Romelu Lukaku.
L'audizione si è svolta a Casa Milan, con l'avvocato Fabio Esposito, rappresentante della Procura, e l'avvocato Lorenzo Cantamessa, legale del Milan. A condurre l'interrogatorio, sempre in videoconferenza, Giuseppe Chiné, capo della Procura. Ibrahimovic ha ribadito quanto aveva già scritto sui propri social: nel suo mondo non c'è razzismo. Lo dimostrano i fatti. Certo, lo svedese ha provocato Lukaku, ma di sicuro non ha violato l’articolo 28 del Codice di giustizia sportiva, cioè quello riguardante la discriminazione.
La frase incriminata è ovviamente questa: "Chiama tua madre, vai a fare i tuoi riti voodoo di merda da un’altra parte". Il legale del Milan ha spiegato come queste parole si riferiscono a un episodio del 2017 in Inghilterra. Farhad Moshiri, proprietario dell'Everton, raccontò come Lukaku si era rifiutato di rinnovare il contratto con il club perché la madre aveva ricevuto il suggerimento di farlo firmare con il Chelsea durante un rito voodoo. Questa versione, in realtà, è stata sempre smentita dall'attaccante belga, ma è stata comunque molto discussa dai tifosi. E' proprio per questo, il Milan ha presentato degli articoli dei giornali inglesi di allora, acquisiti come prove documentali. Ibra ha spiegato di ricordare benissimo la vicenda e ha spiegato come abbia usato questa storia per punzecchiare Lukaku.
La cosa importante comunque, è che cadano le accuse di razzismo, in attesa delle valutazioni della Procura Federale. Focus anche sull'espressione: "little donkey", che nel gergo calcistico inglese non sta per «asinello» ma per "scarsone". Insomma, vedremo cosa succederà, ma infine registriamo anche le parole di Gravina, presidente della FIGC, al Corriere della Sera: "Non è stato un bello spettacolo, ma non parlerei di punizioni esemplari. E chi è pronto a scagliare la prima pietra deve fare un esame di coscienza".
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