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Milan, a cosa punti davvero? Qualcuno dica a Ibrahimovic che sul mercato…

Francesco Aliperta Redattore 
Il Milan si prepara alla sfida contro la Juventus, ma i tifosi iniziano a stufarsi. Contro i bianconeri c'è un esame da non sbagliare

La notte di Madrid aveva illuso un po' tutti. Una bella vittoria condita da una bella prestazione prima di incappare nei soliti errori visti, e rivisti, a Cagliari. I tifosi del Milan, ora, iniziano a stufarsi. Dalle prestazioni altalenanti a una comunicazione che continua a fare acqua da tutte le parti. Le recenti dichiarazioni di Ibrahimovic, legate a possibili colpi durante il mercato invernale, non sono piaciute affatto. Saranno solo strategie? Non lo sappiamo, ma siamo certi che questa squadra necessita di rinforzi.

Ecco dunque che arriva un altro big match dopo la noiosa sosta per le nazionali. A San Siro sbarca la Juventus di Thiago Motta, ben lanciata in campionato ma traballante in Champions League. La sfida ai bianconeri diventa l'ennesimo esame della stagione, e siamo solo a novembre, poiché il Milan deve ancora capire chi è.

A cosa punti davvero?

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Vincere contro la Juventus potrebbe riportare i rossoneri su quote più alte, sempre tenendo conto della sfida da recuperare contro il Bologna. Ecco, il principale timore del tifoso, però, non sta tanto nella partita contro i bianconeri, ma a quelle che verranno dopo. I numeri, d'altra parte, parlano chiaro: il Milan, su 3 big match finora giocati, ha ottenuto 4 punti, frutto di una vittoria (contro l'Inter), un pareggio (contro la Lazio) e una sconfitta (contro il Napoli).

Il vero tallone d'Achille di questa squadra sembrano essere le sfide più "semplici", almeno sulla carta. Nessuno ha ancora dimenticato la bruciante caduta di Parma, così come il pareggio col Torino e quello, più recente, contro il Cagliari. Si tratta di partite che una squadra come il Milan dovrebbe comandare, guidare e amministrare dal primo all'ultimo minuto. Eppure, è proprio in queste circostanze che la soglia d'attenzione dei rossoneri cala, riportandoci così ai soliti e recidivi errori.


Dopotutto, il Milan sembra pagare alcune scelte errate del mercato estivo. Manca un vero sostituto di Theo Hernandez, e lo abbiamo visto contro il Napoli, così come manca un altro mediano puro e crudo come Fofana. E poi, continuando, se non c'è Morata come si fa? Abraham ha dimostrato grande entusiasmo, ma sotto porta non è proprio un cecchino (basta rivedersi la sfida contro il Lecce e quella contro l'Udinese). E ancora, se si passa al 4-3-3 ci sono i sostituti per le mezze ali? Musah, Reijnders e Loftus-Cheek non bastano mica. E se si rimane con il 4-2-3-1? C'è un vice-Pulisic? La risposta è no.

Il Milan, insomma, deve ancora trovare una sua identità, e non parliamo solo di tattica. Fin dall'estate si è parlato di Scudetto, e si continua a farlo, ma i risultati dimostrano ben altro. Si è discusso del gioco dominante, ma di partite comandate neanche l'ombra. I rossoneri sono in fase di costruzione, un cantiere aperto che necessita di alcuni pezzi mancanti. Bisognerebbe dirlo a Ibrahimovic, spiegargli che questa squadra ha degli elementi di valore ma deve ancora trovare una vera quadra. E per favore, non parliamo più del tricolore.