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MILAN NEWS - La Gazzetta dello Sport, in edicola questa mattina, si concentra su Paolo Maldini, direttore dell'area tecnica del Milan. E' evidente la crescita dell'ex capitano rossonero, che in un primo tempo è stato attento a non commettere errori di alcun tipo, e poi ha scoperto il gusto e la soddisfazione di fare questo lavoro.
Maldini, così come giocatore, ha subito delle critiche, ma a lui non è mai importato. Paolo pretende tantissimo da se stesso e quindi è stesso a lui a mettersi in discussione o a capire quando sbaglia. Probabilmente ha ritenuto ingiuste le critiche prima del suo ritorno al Milan, in cui veniva sottolineato come non avesse alcuna esperienza o che doveva studiare prima di lavorare per un club così prestigioso. E' vero che stavamo parlando della prima esperienza nel mondo del calcio dopo l'addio nel 2009, ma è altrettanto vero che l'obiettivo di Maldini è stato sempre quello di essere un dirigente di alto livello.
I meriti di Paolo sono sotto gli occhi di tutti. Ha individuato i giocatori ideali per la squadra nonostante un budget illimitato. Ha alzato la voce in società quando ha visto che le cose non stavano andando nella maniera giusta. E' riuscito a convincere personalmente alcuni giocatori a sposare il progetto rossonero (vedi Theo Hernandez). Insomma, Maldini è garanzia di serietà.
Quante cose sono cambiate dal suo ritorno. L'addio a Leonardo e Gattuso, le telefonate a Ibrahimovic, il licenziamento di Boban, l'idea di dire nuovamente addio al club della sua vita dopo le voci su Rangnick. Alla fine è rimasto Stefano Pioli, così come Maldini e Ibrahimovic, e tutto è andato al posto giusto. Ora il direttore dell'area tecnica si gode il primo posto in classifica. Come cambiano le cose in poco tempo, ma Maldini ha un solo obiettivo in testa: rifare grande il Milan.
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