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MILAN, Mihajlovic meritava di più dal mercato

Donato Bulfon

La rosa del Milan di Mihajlovic è abbondante solo nella quantità di uomini non nell’utilità degli stessi. Era tanto sbagliato tornare sul mercato?

Tra le tante, troppe stranezze di questa travagliata stagione del Milan si inserisce uno scenario del tutto verosimile, suggerito da più parti: non è che non si è fatto alcun mercato invernale perché si pensava che non ci fossero più obiettivi prestigiosi da raggiungere? E, paradosso nel paradosso, quando il raggiungimento dell’insperato traguardo (playoff di Champions League) è tornato ad essere, quantomeno, ipotizzabile (31 gennaio con la vittoria nel derby), il tempo per le trattative si era ormai nei fatti concluso.

In tempi in cui le disponibilità finanziarie sono ridotte praticamente allo zero (soprattutto in questi giorni in cui sembra definitivamente sfumare l’ipotesi Mr. Bee, sempre più nei panni di un redivivo Godot) e l’entusiasmo presidenziale nei confronti delle scelte di gioco (o meglio di giuoco come direbbe Berlusconi) di Mihajlovic rimane tendente al minimo storico, non ci si poteva aspettare nulla di più. Peccato. Il rimpianto diminuisce se si pensa che le scelte sul mercato di “riparazione” di gennaio 2015 non riuscirono minimamente, anzi, a migliorare la classifica maturata prima della pausa invernale; proprio un anno fa l’avvicinamento pre-natalizio al tanto agognato terzo posto aveva convinto la società ad imbastire molte  trattative importanti seppure low-cost (Cerci, Destro, Paletta, Bocchetti ed Antonelli su tutti) che dovevano essere, nelle intenzioni, i tasselli decisivi in vista del grande assalto all’Europa “di prima classe”. Come è andata, è cosa nota.

Ovviamente gli acciacchi fisici di Luiz Adriano (oltre alle sirene di un mercato cinese sempre attivissimo…), Bonaventura (pronto al recupero) e Kucka (completamente spaesato come esterno di centrocampo), le ancora precarie condizioni atletiche di Balotelli, Boateng e Menez e la rescissione contrattuale di De Jong rendono più evidenti le lacune di una rosa abbondante solo nella quantità di uomini a disposizione (anche se non tutti a pieno servizio), non nell’utilità degli stessi. Non osiamo immaginare a quali acrobazie tattiche sarebbe costretto Mihajlovic nel caso di una indisponibilità, anche solo per un raffreddore, di Montolivo. Avessi detto del miglior Pirlo…Peraltro proprio due elementi che potevano tranquillamente essere a disposizione del tecnico serbo, El Shaarawy e Perotti, sono, in questo momento, i giocatori simboli della rinascita della Roma. Ad ulteriore conferma che le buone idee (entrambi sono sbarcati nella Capitale in prestito, con diritto di riscatto) arrivano, spesso, dove non arrivano i soldi. Ma è nota la latitanza di entrambe le cose dalle parti di Via Aldo Rossi… Avrebbe davvero dell’incredibile se la Roma riuscisse a conquistare il terzo posto (dopo l’esonero a metà stagione del proprio allenatore) grazie ai loro gol!? Per una volta non vorremmo essere nei panni di Galliani…

Insomma, come si era già intuito in questa prima metà di stagione, Mihajlovic e i suoi ragazzi dovranno fare tutto da soli. “In direzione ostinata e contraria” si direbbe citando un album di De Andrè. Ci hanno ridato l’orgoglio e la speranza, imparassero anche a stupirci… Sarebbe bellissimo…

Matteo Forner