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Antonio Nocerino e Zlatan Ibrahimovic insieme nel Milan (credits: Getty Images)
Tre stagioni, seppur divise, con la maglia del Milan, in cui ha totalizzato 96 presenze e 13 . Si tratta di Antonio Nocerino, ex centrocampista che ha vissuto lo Zlatan Ibrahimovic rossonero. Ora lo svedese classe 1981 è tornato al Milan e sta facendo ancora parlare, sia per le magie in campo che per la partecipazione a Sanremo. Di questo e tanto altro ha parlato proprio Nocerino, sul canale Twitch Tactickers.
Su Ibra a Sanremo: "Chi non conosce Ibra non ha capito niente, perché lui può fare Sanremo, Zecchino d'Oro, tutto quello che vuole. Si allena sempre al 100%. È un campione, mentalmente è una bestia. Non molla mai, ti trascina. Non è uno che va a Sanremo e si deconcentra, secondo me mentre è sul palco pensa a fare doppietta domenica. Quindi sono tutte stupidaggini, avesse vinto il derby ora non se ne sarebbe parlato. Purtroppo ci sono i luoghi comuni in Italia, per riempire giornali e bocca. Al mio primo allenamento, prima palla toccata, mi diede un'ancata che mi fece fare dieci metri di volo. Per quanto riguarda assist e gol in pullman mi guardava. Dietro eravamo seduti io, Nesta, Aquilani e c'era Cassano, che diceva che faceva due assist. Poi Ibra mi guardava e mi diceva che mi avrebbe fatto fare gol. Io rispondevo che andavo, tanto da uno o dall'altro la palla sarebbe arrivata. Loro lo dicevano e lo facevano. Si divertivano, era un cinema. Lui ti guardava e chiedeva se fossi carico, poi mi diceva di stare tranquillo, perché c'era Zlatan".
Se è vero che eleva il gruppo: "Certo, lui è un trascinatore. La fortuna di questo Milan e di questi giocatori, oltre all'aver confermato la società è che Ibra ti trascina. In allenamento se non gli fischiavi un fallo ti mangiava. Come fai a non farti trascinare. La fortuna di questo Milan è che i giocatori si allenano con un campione del genere, con Mandzukic... Alzano il livello i campioni. Se ci sono categorie apposta e ci sono i campioni ci sarà un motivo... Non è solo tecnico e tattico. Anche mentale".
Sul futuro da allenatore in Italia: "Lo spero, sono aperto. Ora il mio step è il patentino, poi inizio a vedere dove posso allenare. Non mi precludo niente. Mi piace, ho voglia e soprattutto ho una passione incredibile. Quindi penso che è ciò che voglio fare".
Sull'arrivo al Milan: "Sono passato al Milan per due mila lira e una granita al limone, all'ultimo minuto. Già le comiche per scegliere il numero. Qualsiasi numero prendi al Milan ti viene la scoliosi perché è pesante. Forse uno non lo è. A me venne la brillante idea di prendere il 22, ma non ci avevo pensato. A me è sempre piaciuto il 23, ma lo aveva Ambro e allora ho preso quello prima, il 22. Mazzata. Mi hanno disintegrato prima solo perché era il numero di Kakà. Mi hanno sfondato. Dicevano che non ero da Milan, che avevo sbagliato. Ho dovuto sopportare le prime quattro partite terribili, poi dopo il gol che ho fatto contro il Palermo ho iniziato a carburare. Mi è andata bene".
Su Ancelotti: "Quando mi parlano di Ancelotti mi emozioni, io non l'ho mai avuto. Mi raccontavano di lui a Milanello, a me piace. È tutto un apprendere. Quando uno che non gioca parla bene dell'allenatore significa che sei il top".
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