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«Zlatan parla a mio nome e lo fa con legittimazione e credibilità», ha detto Cardinale. Ibrahimovic, come scrive 'La Gazzetta dello Sport', è stato inquadrato con un ruolo su misura, senza confini ben definiti, per avere margini di manovra ampi, praticamente sconfinati: quella che a qualcuno poteva sembrare una semplice mossa di marketing o di rilancio dell’immagine, nascondeva in realtà una scelta precisa della proprietà, che allo svedese ha deciso di fatto di affidare il comando delle operazioni legate all’area tecnico sportiva. Ibrahimovic non è solo il ponte tra squadra e proprietà, non è solo un interlocutore dell’allenatore, non è solo un grande campione che mette la propria esperienza al servizio del gruppo. Dovrebbe essere in prima fila per la scelta sul futuro della panchina del Milan. E la sua opinione, agli occhi di Cardinale, conterà più delle altre.