Per carità, se ne sono visti tanti, di esempi che nel corso della loro carriera non hanno mai posto la continuità di rendimento come fattore primario. E nel calcio di oggi, così sfiancante, con sfide da disputare ogni tre giorni lungo gran parte della stagione, è arduo pretendere che un qualsiasi atleta possa emanare luce e divertimento in ogni match.
Ciò nonostante, nel caso di Leao, alcune pause risultano sin troppo nette ed evidenti, tanto che qualcuno pone accenti e perplessità su quanto l’uomo di origini angolane possa essere definito un fuoriclasse o "solamente" invece un buonissimo giocatore. Discorso valido sia per le squadre di club che per la Nazionale.
Al di là di quale possa essere la sua destinazione presente e futura, al Milan da capitano o altrove, Leao dovrebbe dunque impegnarsi per fare quello step in più, affinché i vuoti siano colmati da invenzioni sempre più elettrizzanti, così da assurgere una volta per tutte al livello che contraddistingue i più grandi al mondo. A maggior ragione adesso, dato che i quasi eterni Messi e Ronaldo, voraci divoratori di premi di ogni tipo per anni e anni, stanno giungendo al termine della loro carriera, lasciando finalmente spazio ad altri miti nell’attenzione mediatica e nell’immaginario popolare.
Leao sarà un vero e definitivo top player? Il campo pronuncerà la sua sentenza. Ma le potenzialità, in tal senso, ci sono.
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