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Milan, Saelemaekers: l’anti-personaggio indispensabile per Stefano Pioli

Redazione

Arrivato da totale sconosciuto al Milan, adesso Alexis Saelemaekers è diventato uno degli artefici della 'rinascita' rossonera

“Questo Milan è nato a gennaio 2020 con gli arrivi di Ibra, Kjaer e Saelemaekers. Da lì siamo cresciuti e abbiamo svoltato”, ama spesso ricordare Pioli. Trova l’intruso, verrebbe da scherzare. Altro che intruso: Alexis Saelemaekers col passare del tempo è diventato uno dei magnifici undici nella formazione ideale del tecnico rossonero. Empoli è la partita perfetta per raccontarlo: in tutti i gol ci ha messo lo zampino. La sua crescita però è qualcosa che all’esterno è passata per lo più sottotraccia. Magari perché Alexis è un anti-personaggio, forse perché interpreta il ruolo mantenendo il basso profilo, o semplicemente perché se si chiamasse Saelinho probabilmente i riflettori si accenderebbero su di lui più spesso. Il suo cognome invece, dopo due anni in Italia, viene ancora sillabato nei modi più disparati, con l’accento che cade su qualsiasi sillaba (per la cronaca, la versione corretta è quella sull’ultima “e”, come ha chiarito il diretto interessato).

Saelemaekers invece è stato, ed è, una delle rivelazioni più belle del Milan dell’ultimo biennio, quello capace di tornare in Champions e di mettersi a lottare per lo scudetto. Rivelazione, sì, perché a parte la dirigenza rossonera, erano in pochi a scommettere su di lui. A partire dai connazionali, come dimostra lo stupore dei giornalisti belgi, che il giorno della presentazione a Milanello quasi non si capacitavano di come il Milan volesse investire su questo ragazzo buono, serio e poliedrico. Il Diavolo pagò all’Anderlecht 3,5 milioni per il prestito a gennaio del 2020. Cifra importante per un prestito, chiaro segno della volontà di procedere poi al riscatto, che infatti avvenne a luglio. Altri 3,7 milioni, per un totale di 7,2. Decisamente poco, per un titolare. Ora ne varrebbe circa 20, ma la cifra è del tutto virtuale perché il Milan non ha alcuna intenzione di metterlo sul mercato, nonostante quella che sarebbe un succosa plusvalenza.

No, Alexis, che peraltro ha ulteriormente rinnovato fino al 2026, è un punto fermo per Pioli. Anche perché è uno di quei giocatori molto adattabili. Può fare l’esterno alto a destra come a sinistra, e volendo anche il terzino. Ovvero il ruolo con cui era arrivato a Milanello, tanto che Pioli le primissime volte lo aveva appunto schierato basso a destra. Con l’allenatore rossonero “Saele” ha anche conquistato la nazionale maggiore belga (a ottobre ha giocato pure contro l’Italia), dopo una manciata di presenze con l’Under 21. Ma soprattutto Alexis ha – e qui sono ovviamente ammessi tutti gli scongiuri del caso – il grande pregio di non farsi (quasi) mai male. Nella stagione attuale percorso netto, e in fondo è una notizia nell’ambito di un gruppo perennemente falcidiato dalle disgrazie mediche. Basti un solo dato per capire: lui e Tonali sono gli unici giocatori, nella cerchia allargata dei titolari (diciamo 15 uomini) a non essersi mai ritrovati in infermeria. Tra lesioni, traumi e Covid, scusate se è poco.