Pavlovic, non esageriamo
—Passiamo al campo, alle questioni tattiche e a quelle che possono essere discusse senza dover essere un dirigente o una persona vicinissima all'ambiente rossonero. Pavlovic è, sicuramente, la nota positiva di questo inizio di stagione. Il giocatore serbo ha grinta, fame, determinazione e, soprattutto, è un difensore pessimista. Mette sempre in conto un proprio errore o un rimbalzo sbagliato del pallone, riuscendo così a intervenire lì dove gli altri non riescono. C'è, però, qualcuno che si pente di non averlo avuto nel pareggio di San Siro contro il Torino e vogliamo, immediatamente, spiegare una cosa. Nei due gol della Lazio, prima di Castellanos e poi Dia, è proprio Pavlovic a perdere la propria marcatura. Si fa anticipare in entrambi i casi e, anzi, nella prima rete neanche nota la presenza dell'attaccante biancoceleste alle sue spalle: basta riguardare anche solo gli highlights.
Il ragazzo è giovane, ha ancora 23 anni, e ha ampi margini di crescita. Tuttavia, farlo apparire come colui che avrebbe potuto, o potrà, aggiustare la difesa rossonera è decisamente esagerato. Il problema, e lo ripetiamo, è sia individuale che di gruppo. Il Milan difende male anche con dieci giocatori dietro la linea del pallone.
Morata non fa miracoli
—Dalla difesa passiamo all'attacco, poiché il discordo di Pavlovic vale anche per Morata. Il centravanti spagnolo è il numero 9 della nazionale campione d'Europa, vero, ma non è certamente il giocatore che ti fa la differenza in campo. Sia chiaro, le qualità di Morata non si discutono e rappresenta il degno sostituto di Olivier Giroud. Ciò nonostante, aspettarsi che sia proprio lui a riportare il Milan a battagliare per lo scudetto è alquanto difficile. La sua esperienza, il suo carisma e la sua leadership non possono che far bene, in particolar modo in questo momento, ma mettere sulle sue spalle tutte le aspettative di una tifoseria intera è certamente deleterio. Morata può essere un leader di questo Milan, ma non fa mica miracoli.
La stagione, ripetiamo, è dunque già a rischio nonostante lo spirito incurante dei più "ottimisti". I tifosi sono infuriati non perché questi siano i "pessimisti", ma perché hanno letto e ascoltato le parole scritte e dette durante le conferenza stampa dell'estate. Dalla presentazione di Fonseca in poi si è sempre parlato di scudetto, eppure i numeri, e le prestazioni, non sono affatto degne di una squadra che può lottare per il tricolore. I dirigenti del Milan analizzano, sempre con lucidità, qualsivoglia situazione, ma oltre un'anima servirebbe anche un po' di sincerità. LEGGI ANCHE: Tonali di nuovo in Nazionale e l’Italia torna a vincere: Milan pentito? >>>
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