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Milan, la stagione è già a rischio. Morata è un leader, ma non fa miracoli

Francesco Aliperta Redattore 
Il Milan vive un pessimo momento ma i più ottimisti non demordono. Da Pavlovic a Morata fino alla società: cercasi un miracolo

I dirigenti del Milan analizzano, sempre con lucidità, qualsivoglia situazione. Che si tratti di mercato o di campo non fa differenza, vi è un rigore ben delineato e un programma seguito al minimo dettaglio. Tutto vero, il buon lavoro svolto da RedBird e compagnia è attestato dai numeri e da un bilancio nuovamente positivo, cosa bella che rara di questi tempi in Italia. Tuttavia, e non me ne vogliano i più "ottimisti", la stagione rischia già di andare persa. Siamo solo alle porte della quarta giornata di campionato ma il Milan si ritrova con due punti, tanti errori, e orrori, in campo e un allenatore che sembra non trovare la quadra. La società analizza, sempre con lucidità, qualsivoglia situazione, ma a mancare non è la preparazione o lo studio, bensì l'anima rossonera.

Sembra assurdo pensare che questa squadra necessiti per forza di cose di Zlatan Ibrahimovic. La sua assenza, in occasione del tanto richiamato episodio Theo-Leao, è stata discussa e criticata. Ma, ricordo, che all'Olimpico vi erano Furlani, Moncada e Cardinale, dunque non tre persone qualsiasi. Siamo certi che, alla conclusione del match contro la Lazio, il triumvirato abbia parlato con la squadra, esaminato quanto accaduto e chiuso subito la questione. Eppure, da lì a definirlo come un "non evento" appare un po' esagerato. Che lo abbiano premeditato o meno, l'immagine di Theo e Leao ben lontani dal gruppo, e da Fonseca, rappresenta al meglio la situazione attuale: in questo Milan non tutti la pensano allo stesso modo.

Pavlovic, non esageriamo

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Passiamo al campo, alle questioni tattiche e a quelle che possono essere discusse senza dover essere un dirigente o una persona vicinissima all'ambiente rossonero. Pavlovic è, sicuramente, la nota positiva di questo inizio di stagione. Il giocatore serbo ha grinta, fame, determinazione e, soprattutto, è un difensore pessimista. Mette sempre in conto un proprio errore o un rimbalzo sbagliato del pallone, riuscendo così a intervenire lì dove gli altri non riescono. C'è, però, qualcuno che si pente di non averlo avuto nel pareggio di San Siro contro il Torino e vogliamo, immediatamente, spiegare una cosa. Nei due gol della Lazio, prima di Castellanos e poi Dia, è proprio Pavlovic a perdere la propria marcatura. Si fa anticipare in entrambi i casi e, anzi, nella prima rete neanche nota la presenza dell'attaccante biancoceleste alle sue spalle: basta riguardare anche solo gli highlights.

Il ragazzo è giovane, ha ancora 23 anni, e ha ampi margini di crescita. Tuttavia, farlo apparire come colui che avrebbe potuto, o potrà, aggiustare la difesa rossonera è decisamente esagerato. Il problema, e lo ripetiamo, è sia individuale che di gruppo. Il Milan difende male anche con dieci giocatori dietro la linea del pallone.


Morata non fa miracoli

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Dalla difesa passiamo all'attacco, poiché il discordo di Pavlovic vale anche per Morata. Il centravanti spagnolo è il numero 9 della nazionale campione d'Europa, vero, ma non è certamente il giocatore che ti fa la differenza in campo. Sia chiaro, le qualità di Morata non si discutono e rappresenta il degno sostituto di Olivier Giroud. Ciò nonostante, aspettarsi che sia proprio lui a riportare il Milan a battagliare per lo scudetto è alquanto difficile. La sua esperienza, il suo carisma e la sua leadership non possono che far bene, in particolar modo in questo momento, ma mettere sulle sue spalle tutte le aspettative di una tifoseria intera è certamente deleterio. Morata può essere un leader di questo Milan, ma non fa mica miracoli.

La stagione, ripetiamo, è dunque già a rischio nonostante lo spirito incurante dei più "ottimisti". I tifosi sono infuriati non perché questi siano i "pessimisti", ma perché hanno letto e ascoltato le parole scritte e dette durante le conferenza stampa dell'estate. Dalla presentazione di Fonseca in poi si è sempre parlato di scudetto, eppure i numeri, e le prestazioni, non sono affatto degne di una squadra che può lottare per il tricolore. I dirigenti del Milan analizzano, sempre con lucidità, qualsivoglia situazione, ma oltre un'anima servirebbe anche un po' di sincerità. LEGGI ANCHE: Tonali di nuovo in Nazionale e l’Italia torna a vincere: Milan pentito? >>>