Concorso di colpa
—A ogni passo falso si cerca il principale colpevole, come se, ai fatti, ve ne fosse davvero solo uno. Se abbiamo dovuto sorbirci, per mesi, i tanti discorsi su un Leao non predisposto al sacrificio ora siamo costretti a leggere e sentire che Theo Hernandez vive di malumori: il rinnovo, i dubbi sul futuro, le richieste di ingaggio e un contratto ancora da discutere. Purtroppo, ma solo per alcuni, non si tratta di questo.
Il Milan che pareggia a Cagliari è la stessa e identica squadra che vince al Santiago Bernabeu. Il Milan che pareggia a Cagliari è la stessa e identica squadra che subisce prima un torto arbitrale, il primo gol di Zortea, e poi non solo recupera ma si porta anche in vantaggio con Abraham. Sulla rete del definitivo 3-3 vi sarebbero tante analisi da fare che non riguardano solo e unicamente Theo Hernandez. In primis l'ingenuità, poiché mancava ormai poco alla fine del match ma la squadra si è comunque trovata lunga e slegata nei reparti. Poi passiamo agli errori individuali, come quello di Okafor che, invece di marcare, passeggia tranquillamente fino all'area di rigore.
Potremmo stare qui per ore e discutere dei vari motivi per i quali il Milan è uscito dall'Unipol Domus con un solo punto, ma sarebbe un'inutile ripetizione di analisi già fatte per ben altre partite. La squadra rossonera è questa qui e lo diciamo da un po': vivrà di picchi ma faticherà a trovare una vera e propria continuità. Criticare Theo Hernandez non ha alcun senso, poiché il vero problema del Milan sta nel collettivo, compresi allenatore e dirigenza, e non nell'individuale. LEGGI ANCHE: Milan, bordata da Dest. Maignan al City? Ibrahimovic dice tutto. Maldini e Leao ...
© RIPRODUZIONE RISERVATA