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Vincenzo Montella, allenatore del Milan (credits: acmilan.com)
di Giancarlo Mele
L’atmosfera nel Milan e intorno al Milan sta cambiando, nonostante il passo falso odierno ma con un imminente closing alle porte. Se ne rendono conto anche i tanti “gufi” che hanno sinora svolazzato su squadra e società, scambiandone i silenzi per rassegnazione al declino. Se n’è reso conto soprattutto Montella che, al di là di come andrà a finire la volata per l’Europa dopo il pareggio di oggi contro il Pescara, ha fatto scivolare ieri in conferenza alcuni nomi che potrebbero tornar utili per il rilancio.
Italiani, giovani e ad alto potenziale, secondo un “mantra” che i rossoneri sviluppano da tempo e che già in questa stagione sta portando i suoi frutti. Diciamo subito che questa non è la politica di una società che forma talenti nelle giovanili per poi cederli alla concorrenza (come forse vorrebbe qualcuno) ma il credo di una squadra che vuole riformare un “nocciolo duro” forte e italiano su cui innestare stranieri di valore per puntare ai massimi traguardi. Com’è sempre stato peraltro nel DNA rossonero. Vediamoli, dunque, i “nomi” fatti da Montella per capire se e quali possano entrare nella formazione del futuro e se il budget destinato al rafforzamento ne consenta l’acquisto.
L’attacco rossonero è probabilmente uno dei reparti che andrà ripensato in toto. Suso, Deulofeu ed Ocampos stanno facendo bene e sono entrati nel cuore dei tifosi ma, per motivi diversi, potrebbero lasciare a fine stagione. L’equivoco centravanti dovrà inoltre prima o poi esser risolto, pensiamo con l’uscita a fine stagione di Bacca, ancora ben quotato sul mercato internazionale ma non del tutto funzionale agli schemi dell’Aeroplanino. Attorno al “punto fermo” Bonaventura (ed al ruolo che gli verrà assegnato) potrebbero allora essere inseriti uno o due elementi, a seconda dello schema adottato da Montella.
In un 4-3-3 il centravanti ideale sarebbe Belotti, portato al dialogo con i compagni e manovriero: per sfruttarne al meglio l’abilità nel gioco aereo servono però due forti cursori sulle fasce in grado di servirlo. In questa ipotesi la terza maglia del tridente potrebbe restare spagnola, se la società saprà trattenere uno tra Suso e Deulofeu. Qualora invece Jack tornasse trequartista Berardi potrebbe diventare una valida alternativa per il centro dell’attacco. Il talento calabrese è giocatore che sa rientrare e rendersi utile a tutto campo, ma ne va valutata la resa in una formazione ambiziosa, specie alla luce degli infortuni patiti nelle ultime stagioni. Quanto a Lapadula se, come pensiamo, si sta meritando la riconferma in rossonero, potrebbe diventare lui il “gemello del gol” in un nuovo 4-3-1-2. E Bernardeschi? Pensiamo che il Milan debba interessarsi a lui solo se Suso e Deulofeu dovessero partire entrambi. Federico ha buone potenzialità sia come esterno di centrocampo che come ala ma i rossoneri devono pensare prima a garantirsi un uomo di peso (che assicuri reti) in area di rigore.
Veniamo infine al centrocampo dove il “sogno” (non solo del Milan) è Verratti, l’unico italiano ad alto livello disponibile che possa assicurare verticalizzazioni e servire con continuità ed efficacia le punte. L’inserimento di questo regista nel Milan potrebbe condizionarne prospettive e schemi sinora improntati a contenere e ripartire piuttosto che a imporre gioco. Attorno a Verratti (e/o alternandosi a lui) la nuova mediana rossonera verrebbe a contare su Montolivo, Locatelli, Sosa, Kucka, Poli, Bertolacci, tutti elementi attesi comunque (è bene ricordarlo) a confermarsi e/o a rilanciarsi.
Quanto sono realizzabili questi “sogni”? La nuova proprietà dovrebbe garantire almeno 100 milioni per la campagna acquisti della prossima stagione, cui potrebbero aggiungersene 35/40 legati ad alcune cessioni (su tutte quelle di Bacca e Niang, ndr). Al netto del delicato tema dei rinnovi con i “top players” rossoneri e ad aggiustamenti “stranieri” in entrata, attesi in difesa (Musacchio e/o Kolasinac), ci potrebbero essere le risorse per due arrivi importanti e costruire poi intorno a loro una squadra giovane e determinata, funzionale alle loro caratteristiche.
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