Il telecronista Riccardo Trevisani, durante il podcast Fontana di Trevi, ha parlato del Milan e dei prossimi due impegni dei rossoneri.
A Fontana di Trevi, podcast di Cronache di Spogliatoio, Riccardo Trevisani ha parlato del Milan. Il telecronista ha spiegato il motivo dell'importanza dei prossimi due impegni in Serie A dei rossoneri.
Ecco le parole di Trevisani: "Le prossime partite del Milan ci dicono che c'è un Verona, che si è ritrovato a Parma, e poi la Roma. Credo sia arrivato un momento in cui c'è un limite all'errore. Il Milan ha fatto una scelta di puntare sull'allenatore, ma arriva un momento in cui questa scelta viene messa in discussione o si va avanti col pensiero che, comunque, la scelta è giusta e quindi, oltre a non arrivare i risultati, si sta crashando lo spogliatoio? Penso che nel momento in cui questa squadra ha avuto certezze e successi con Tomori in difesa e parcheggiatore del pullman del Milan, c'è qualcosa che non va".
Poi ha continuato così: "Il difensore inglese ha passato la palla ad Abraham per sbagliare il rigore a Firenze. Questa è la motivazione? O il motivo è che, su 10 partite, è meglio 10 volte Thiaw e zero Tomori? Non vedo differenza tra i due. Credo che il Milan, per come gioca, potrebbe non rinunciare a Fikayo Tomori. Puntare sui giovani mi piace, ma dev'essere una scelta sensata, non una in cui si fa di tutto per dimostrare qualcosa. In questa stagione ci sono stati: cooling break, doppio rigore, punizioni, dichiarazioni in cui Fonseca dice che i giocatori non fanno quello che lui dice. L'allenatore dice che i giocatori non vanno bene. A me sembra troppo uno scontro per avere un lieto fine".
Trevisani continua dicendo: "O Fonseca è un mito e non se n'è mai accorto nessuno, o in questa situazione con vuoti di potere in società e la squadra che non lo segue e lui che non dà idee di gioco, il Milan che fa? Difende l'allenatore e poi arriva sesto. Secondo me Fonseca non ti porta in Champions League e lo vedi. Lo stiamo dicendo da 4 mesi, ma sembra abbastanza palese la difficoltà del Milan di essere una squadra".