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Milan, Fonseca chiama: la squadra risponderà? Servono aggressività e…

Francesco Aliperta Redattore 
Il Milan prepara la sfida all'Udinese e Paulo Fonseca parla in modo chiaro: la squadra deve assumersi le proprie responsabilità

Paulo Fonseca chiama, la squadra risponderà? Il tecnico portoghese ha parlato nella consueta conferenza stampa della vigilia. I rossoneri si preparano alla sempre delicata sfida contro l'Udinese per archiviare, definitivamente, la brutta sconfitta contro la Fiorentina. Fonseca è stato il più chiaro possibile: servono aggressività, responsabilità e coesione. Tre qualità che il Milan, per essere precisi, ha mostrato finora solo contro l'Inter. Si sa, il derby è una partita a sé, ma se vuoi raggiungere determinati traguardi, tra l'altro posti dall'inizio della stagione, allora quelle tre caratteristiche devi averle sempre.

Fonseca chiama, dicevamo, e ora tocca alla squadra. Il gruppo rossonero dovrà fare a meno di Theo Hernandez, squalificato per due giornate, e forse anche Rafael Leao: la stella portoghese sarebbe infatti in ballottaggio con Okafor per una maglia da titolare. Ci ritroviamo, così, a parlare nuovamente di una possibile scelta forte da parte dell'allenatore portoghese. Sia chiaro, potrebbe anche trattarsi di semplice turnover poiché martedì vi è la fondamentale sfida di Champions League contro il Club Brugge.

"Nessuno è più importante del Milan"

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Sottolineiamo la frase riportata qui sopra come titolo. Nessun giocatore era, è o sarà più importante del Milan. Fonseca ha fatto bene a ricordare un concetto forse dimenticato. Che tu sia Leao, che tu sia Theo o che tu sia Abraham non è importante: c'è il Milan e poi ci sono i giocatori. Da alcune partite a questa parte stiamo assistendo ad alcuni brutti errori e la responsabilità di cui parlava il tecnico rossonero richiama proprio questo mantra: se sbagli stai in panchina. Ci riferiamo, ovviamente, anche a Fikayo Tomori, autore di una prestazione piena zeppa di défaillance. Al posto del difensore inglese non è improbabile rivedere in campo Strahinja Pavlovic al fianco di Matteo Gabbia, con quest'ultimo che è forse l'unico che riesce a salvarsi del pacchetto della retroguardia.

Insomma, Fonseca sta cercando di instillare una nuova mentalità e non possiamo che concordare con lui nel dire che, purtroppo, c'è ancora bisogno di tempo. La squadra rossonera pecca di errori comportamentali prima ancora che tattici e a volte è necessario mandare messaggi chiari e tondi: il Milan viene prima di tutto, anche dei propri top player. LEGGI ANCHE: Milan, apriamo il capitolo rinnovi: il punto da Theo Hernandez a Gabbia