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Rafael Leao, Zlatan Ibrahimovic e Theo Hernández, giocatori dell'AC Milan, durante il derby Inter-Milan 2-1 (Coppa Italia 2020-2021) | News (Getty Images)
"Non tutti i mali vengono per nuocere: questa è la frase che circola nella testa dei giocatori del Milan. Lo sanno loro, lo sa anche mister Pioli, profondamente consapevole che la sconfitta di ieri sera è arrivata a causa del cartellino rosso di Ibrahimovic. Ma nessuno dà colpe a nessuno, che sia chiaro: anche lo stesso Ibra si è subito scusato con compagni e allenatore, segno di come ci sia umiltà, consapevolezza dei propri sbagli e unione all'interno del gruppo. Ed è proprio dal gruppo che i rossoneri devono ripartire, o meglio, continuare il loro percorso visto fin qui. Certo, l'eliminazione fa male, soprattutto se arrivata allo scadere del match, ma sembrava inevitabile una sconfitta anche in caso di tempi supplementari.
"Ma la squadra c'è, e si vede. Si vede perché se si gioca quasi un tempo intero con un uomo in meno contro la seconda forza del campionato e si tiene testa ai colpi dell'avversario, allora veramente il Milan può giocarsela contro chiunque. Basti solo considerare che, nonostante le tante occasioni dell'Inter nella seconda frazione di gioco con i rossoneri in dieci, i gol sono arrivati solo su calcio di rigore e su un calcio di punizione. Certamente Tatarusanu ha messo molto del suo per tenere il Milan a galla fino al 97esimo, prima del gol del 2-1 finale di Eriksen. Se avesse preso anche quel pallone probabilmente ci saremmo svegliati leggendo un 10 in pagella per il portiere romeno.
"Dunque, cosa c'è allora di positivo da questa sconfitta? Sicuramente la consapevolezza di avere un secondo portiere all'altezza del primo. E' un lusso che non tutte le squadre possono permettersi, basti pensare solo all'Inter che, per un motivo o per un altro, schiera tra i pali sempre Handanovic. Ed è sicuramente importante avere un 12 forte, considerato che il Milan ha un'Europa League da non snobbare assolutamente. Secondo, la solidità difensiva. Finalmente Romagnoli è tornato sui suoi livelli e se continua così può essere solamente d'ispirazione al nuovo arrivato Tomori. Proprio quest'ultimo è entrato bene in campo al posto di Kjaer, fuori per un altro infortunio. L'inglese ha fatto vedere un po' quelle che sembrano essere le sue caratteristiche migliori: veloce, aggressivo, non lascia spazio all'uomo. Se proprio vogliamo trovare l'ago nel pagliaio, qualche errore di posizione c'è stato, ma va bene così. Non era facile entrare a gara in corso specialmente in una partita del genere.
"Discorso leggermente diverso per quello che riguarda il centrocampo. Un'altra ottima prova di Kessie, meno quella di Meite. Il francese sembra ancora non essere del tutto immerso negli schemi di Pioli, spesso si è fatto scappare l'uomo e in fase di impostazione (non il suo pezzo più forte, sia chiaro) è stato molto lento a far partire la manovra dei rossoneri. Del resto non è stato acquistato per essere il perno del centrocampo rossonero. Con il rientro di Bennacer (finalmente!) e Tonali, l'ex Torino può sicuramente apprendere i movimenti dei suoi compagni stando seduto comodamente in panchina.
"Ci sarebbe tanto da dire anche per quello che riguarda il reparto offensivo del Milan. L'assenza di Calhanoglu si fa sentire in una maniera incredibile. Ieri sera sono mancate le sue geometrie, il saper rapportare centrocampo e attacco. Non ha fatto malissimo Diaz, ma è ovvio che gioca in un ruolo molto delicato ed è ancora giovane. Crescerà giocando, in attesa del rientro del turco. Riguardo Leao, invece, bene in avanti, male quando ha dato una mano dietro. Suo il fallo del calcio rigore: da lì l'Inter ha spianato la strada per la rimonta. Ha pagato l'inesperienza e forse è stato un bene, in maniera abbastanza paradossale, aver sbagliato ieri sera e non in altre partite. Un po' sulle gambe Rebic e Saelemaekers: entrambi venivano dai loro rispettivi problemi, recupereranno la miglior forma.
"Capitolo attacco. E se parliamo di attacco non possiamo far altro che parlare di Zlatan Ibrahimovic. Strepitoso sul gol del vantaggio del Milan, un gol da attaccante vero. Ma se da un campione, un leader come lui, ci si aspetta sempre ottime prestazioni ed esempio vista anche l'età, ieri sera Ibra è voluto tornare indietro nel tempo proprio come Benjamin Button. E' tornato il ragazzino di Rosengard, quello che voleva provare l'adrenalina sul suo corpo. Avete visto quanto era gasato durante la lite con Lukaku? Ecco, magari da un ragazzino di 39 anni questo comportamento poteva essere evitato, soprattutto perché gli è valsa un'ammonizione inutile. O meglio, è stata utile per far scattare il secondo giallo - giusto e sacrosanto sul fallo su Kolarov - e lasciare i suoi compagni in dieci per quasi tutto il secondo tempo.
"In fin dei conti, quindi, cosa rimane di questa sconfitta? Probabilmente la consapevolezza di essere forti e che si poteva vincere la partita se il Milan avesse continuato a giocare in undici. Con tutto il rispetto per i cugini, ma l'Inter non riusciva completamente a mettere il pallone dentro la rete. Anche quando i rossoneri hanno giocato senza Ibra, l'Inter non è stata in grado di fare un gol su azione. Peccato, però, che nel calcio esistano anche i calci piazzati. Complimenti all'Inter, la vittoria è giustamente meritata, ma attenzione: il Diavolo non ha intenzione di fare sconti in campionato. Appuntamento al 21 febbraio. Calciomercato Milan, c'è un ritorno di fiamma in difesa. Per le ultime, vai alla news >>>
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