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Musah, il dilemma del Milan: panchina o titolare per trovare il riscatto?

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C’è una domanda che rimbalza nei pensieri di tutti: perché Yunus Musah continua a essere schierato titolare nel Milan?
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

C’è una domanda che rimbalza nei pensieri di tutti: perché Yunus Musah continua a essere schierato titolare nel Milan? Il centrocampista statunitense, arrivato nell’estate del 2023 per una cifra che si aggira intorno ai 20 milioni di euro, sta lentamente diventando uno degli enigmi più difficili da risolvere in casa rossonera. Non è il talento che manca, ma la costante assenza di impatto nelle partite finora disputate. Nonostante le prestazioni deludenti, la scelta di schierarlo dal primo minuto continua ad essere la più gettonata. Eppure, i fatti sembrano raccontare un’altra storia.

La gestione delle sostituzioni: un segnale inequivocabile

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Già due volte sotto la gestione di Sergio Conceiçao, Musah è stato sostituito nel bel mezzo del primo tempo, un segnale inequivocabile che la sua presenza in campo non sta dando i frutti sperati. Se per un calciatore entrare e uscire dalla partita senza poter mostrare il proprio valore è frustrante, per un allenatore diventa una decisione inevitabile quando le prestazioni non raggiungono il livello richiesto. A questo punto, sorgono più di un paio di domande: perché mettere Musah in campo sin dall’inizio se è così evidente che non riesce a reggere la pressione? Non sarebbe meglio inserirlo a partita in corso?


Una panchina che potrebbe essere più funzionale

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La logica suggerirebbe che un giocatore che fatica a entrare in partita non debba partire titolare. Sarebbe più sensato inserirlo durante il corso della gara, quando il contesto, magari, è meno teso e la pressione minore, dando a Musah la possibilità di entrare con meno responsabilità e più libertà. In questo modo, potrebbe avere più spazio per esprimere il suo potenziale senza il peso della partenza dal primo minuto, che spesso lo condanna a essere sostituito prima della fine del primo tempo. In fondo, se non riesce a fare la differenza da titolare, perché continuare a insistere?

L’investimento che non paga… ancora

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La cifra spesa per Musah, ormai, appare eccessiva se consideriamo le sue prestazioni finora. Il suo contributo è stato al di sotto delle aspettative, e la sua avventura rossonera non è stata esaltante. Moncada, il direttore sportivo che ha fortemente voluto questo acquisto, sembra aver commesso una valutazione errata. Gli acquisti più riusciti di quest’anno sono altri, con giocatori pronti a fare la differenza fin da subito. Musah, invece, sembra non aver ancora trovato il suo posto in questa squadra.

Il futuro di Musah: panchina o cessione?

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A questo punto, sarebbe saggio rivedere il ruolo di Musah nel Milan. Non è più il caso di rischiarlo come titolare, ma di adattarlo a un ruolo di riserva, dove possa entrare a partita in corso e magari trovare la giusta dimensione lontano dalla pressione iniziale. La dirigenza dovrebbe anche considerare la possibilità di un prestito, che gli permetta di crescere altrove, lontano da una situazione che, al momento, non lo sta aiutando a emergere. Il Milan ha bisogno di giocatori pronti a fare la differenza fin da subito.

Musah ha ancora poche opportunità per dimostrare il suo valore, ma la sua situazione inizia a diventare sempre più delicata. Il tempo per invertire la rotta è limitato, e se le cose non dovessero cambiare rapidamente, l’acquisto che doveva essere una mossa di mercato vincente rischia di trasformarsi in un errore che il Milan potrebbe rimpiangere. La stagione, già segnata da diverse difficoltà, non sta regalando troppa fiducia ai tifosi rossoneri, e Musah deve decidere se approfittare delle sue ultime occasioni o rischiare di finire nel dimenticatoio.

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