Volge al termine un'annata dove il Milan ha accumulato diversi debiti con la fortuna. Erano davvero tante stagioni che il club rossonero non dovesse continuamente avere a che fare con infortuni e lunghi stop. Traumatici, muscolari o addirittura cardiaci. Ogni tipo di problema fisico ha colpito i ragazzi di Rino Gattuso nel 2018. Una sfortuna che per i più maligni è semplicemente il frutto di una preparazione atletica sbagliata, con lo staff del tecnico calabrese sotto accusa.
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2018, l’annus horribilis: quanti infortunati in casa Milan
Si conclude un'annata certamente non positiva per il Milan dal punto di vista degli infortuni: da Strinic a Caldara, passando per Bonaventura
La palma di più sfortunato la vince sicuramente Ivan Strinic. Il terzino croato, arrivato in estate a parametro zero dopo l'esperienza con la Sampdoria, approda a Milanello con tanto entusiasmo. Reduce dalla finale mondiale di Mosca persa contro la Francia, il difensore viene fermato dallo staff medico rossonero in agosto per via di un problema cardiaco. Il cuore di Ivan non batte come dovrebbe e viene prontamente fermato. Cento giorni giusti, prima di sentirsi dire che può finalmente tornare a correre e a fare ciò che più lo rende felice: giocare a calcio. Così il 19 novembre viene giudicato idoneo per l'attività agonistica e torna a calcare il campo verde di Milanello. La data del suo rientro è al momento ancora difficile da pronosticare.
Reparto maggiormente falcidiato dalle assenze è stata la difesa. Oltre al terzino croato, gli infortuni hanno messo k.o. in ordine di tempo prima l'acquisto estivo Mattia Caldara - probabile rientro a metà febbraio - poi Mateo Musacchio, infortunio al ginocchio, e infine Alessio Romagnoli. Questi ultimi due sono rimasti fuori per circa un mese, saltando uno dei momenti clou della stagione rossonera. Tutti e in una volta sola, mettendo in crisi Rino Gattuso che si è dovuto inventare Ignazio Abate difensore centrale.
Poi il centrocampo. La nota più dolente è certamente quella che riguarda Giacomo Bonaventura. L'infiammazione al ginocchio che in estate gli aveva impedito di saltare parte della preparazione torna con prepotenza verso fine ottobre. Una settimana, poi due, tre. Infine, si decide per l'operazione negli Stati Uniti. Un problema alla cartilagine che non gli darà più fastidio, ma che lo terrà lontano dal rettangolo verde per quasi un anno. Poi è il turno di Lucas Biglia, il regista della squadra. Lui che quest'anno, a differenza della passata stagione, sembrava proprio un altro giocatore. Stesso infortunio al polpaccio di Caldara e Romagnoli, rimediato nella sfida contro la Sampdoria. Esce da San Siro in stampelle non facendo presagire nulla di buono. Anche lui come Caldara rientrerà per metà febbraio.
Nemmeno l'attacco è stato immune, sebbene con periodi di stop decisamente più corti. Una distorsione alla caviglia rimediata con l'U21 mette fuori dai giochi per un paio di gare Patrick Cutrone a inizio settembre. Gonzalo Higuain nel corso del match contro l'Udinese subisce un colpo alla schiena che lo tiene out per un paio di gare. Tuttavia, il problema sembra limitarlo anche nei mesi successivi. Nel momento di massima emergenza vengono a mancare anche elementi di secondo piano come Bertolacci e Borini, che in quel momento sarebbero stati utili alla causa.
Chi merita, poi, particolare menzione è Andrea Conti. Dopo quasi un anno e mezzo (482 giorni) è tornato in campo nella sconfitta interna contro la Fiorentina. In casa Milan, lui più di ogni altro, deve essere l'acquisto più importante del 2019.
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