ULTIME MILAN - Il mondo del calcio spesso costruisce miti indissolubili, giocatori unici che entrano nel cuore di tifosi ed amanti del calcio che li elevano ad icone intoccabili. Per questo motivo alcuni calciatori vengono etichettati e paragonati a questi miti diventando chi 'il nuovo Maradona', chi 'il nuovo Pirlo' e così via. Ogni giocatore è unico certo, ma i paragoni a volte non è così azzardato farli.
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Milan, Giampaolo studia Ancelotti: ritorno al passato per costruire il futuro
Marco Giampaolo ha dimostrato di essere un'esteta alla Sampdoria. Molte sono le similitudini con il Milan di Carlo Ancelotti. Il focus
Come i giocatori, così gli allenatori. I paragoni non servono ad adattarsi completamente alle idee altrui, ma a migliorare le proprie ispirandosi ad un modello ben preciso. L'esempio lampante è quello di Pep Guardiola, che non ha mai nascosto di guardare con ammirazione il calcio totale olandese di Rinus Michels e quello del Milan di Arrigo Sacchi. Il risultato: l'allenatore del Manchester City è, probabilmente, il migliore al mondo.
Spostando l'attenzione in casa Milan, Marco Giampaolo ha dimostrato di essere un tecnico preparato e che predilige il bel gioco per arrivare alla vittoria. Un diktat che è sempre stato in linea con la filosofia rossonera del vincere e convincere. L'ultimo grande Milan che è arrivato sul tetto d'Europa è quello di Carlo Ancelotti che ha fatto del 4-3-1-2 il suo modulo vincente, con la sola variante del doppio trequartista dietro ad una sola punta.
Somiglianze con le idee di Giampaolo? Molte. L'ex allenatore della Sampdoria ha fatto di questo sistema di gioco il suo marchio di fabbrica, valorizzando a dismisura giocatori come Milan Skriniar e Lucas Torreira per fare due esempi. Nel Milan ancelottiano la qualità abbondava con Andrea Pirlo, Clarence Seedorf e Ricardo Kakà ma aveva in Gennaro Gattuso il fondamentale giocatore di rottura. Con i dovuti paragoni, Giampaolo sta cercando di costruire un centrocampo simile con Ismael Bennacer vertice basso, insieme ad un altro giocatore con i piedi buoni come Hakan Calhanoglu o Giacomo Bonaventura e Franck Kessie a fungere da filtro. In attacco Krzysztof Piatek come Andriy Shevchenko? Molto azzardato anche questo, ma con un Lucas Paquetà alla Kakà i paragoni possono essere fatti non per somigliare a loro, ma per guardare ad un passato che può aiutare a costruire un futuro prosperoso. Ecco le parole di Theo Hernandez da giocatore rossonero, continua a leggere >>>
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