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Fondo Elliott, proprietario AC Milan | Milan News
E' passato quasi un anno da quando Paul Singer , e la sua Elliott Management Corporation, ha estromesso Yonghong Li dalla guida del Milan, diventandone a tutti gli effetti proprietario. Ora il fondo americano, che è tra i più ricchi e potenti al Mondo e con un patrimonio e rendimenti eccezionali, sta attuando una profonda rivoluzione in seno al club rossonero, andando a rimuovere persone e cariche, sia nello staff tecnico che dirigenziale e marketing. Il punto di riferimento rimane Ivan Gazidis, amministratore delegato ed ex CEO dell'Arsenal, oggi con pieni poteri. Ma qual è di solito il modus operandi di Elliott, che forza economica e politica ha? Ha le spalle abbastanza grosse per ristrutturare il Milan e reggere il confronto con la Uefa in tema di Fair Play Finanziario? La risposta all'ultima domanda è: sì, eccome. In questo ritratto vi spieghiamo meglio chi è il nuovo proprietario del Milan
"VIDEO - ECCO CHI E' PAUL SINGER, BOSS DEL FONDO ELLIOTT
Nome: Elliott Management Corporation
Luogo e anno di fondazione: New York (Stati Uniti), gennaio 1977
E' una società di gestione degli investimenti fondata da Paul Elliott Singer ed è considerato il più grande fondo di investimento attivista al mondo. Elliott ha generato per i suoi investitori sin dall'inizio un rendimento annuale composto netto del 14,6% e nel 2017 ha oltre 34 miliardi di dollari di asset in gestione. E' stato ripetutamente descritto come un fondo avvoltoio per via dei suoi investimenti nei debiti di sofferenza, come per esempio quelli dei Paesi in default. Altri invece hanno sottolineato la sua creazione di valore a lungo termine.
Paul Singer ha fondato Elliott Associates, chiamandola così dal suo secondo nome "Elliott", partendo da 1,3 milioni di dollari raccolti da amici e parenti. Nei primi anni la società si è concentrata sull'arbitraggio, ma dopo il crollo della Borsa del 1987 e la recessione degli anni novanta si è trasformata in un hedge fund, che utilizza un approccio di trading multi-strategia. Elliott Associates è il principale fondo nazionale di Elliott Management e gestisce 8,6 miliardi di dollari. Elliott è noto per i suoi rendimenti relativamente elevati e a bassa volatilità.
Ha sette soci azionari: Paul Singer e Jon Pollock sono i co-chief investment officers e i co-CEO; Gordon Singer, il figlio di Paul, dirige l'ufficio londinese di Elliott; Steven Kasoff, Steve Cohen, Jesse Cohn, e Dave Miller. La società ha uffici a a New York e Londra, la società ha uffici anche a Tokyo e Hong Kong. Nel terzo trimestre del 2018, Elliott aveva circa 35 miliardi di dollari di asset in gestione. Nel 2015 la rivista Institutional Investor/Alpha ha dato a Elliott una A, classificandola al nono posto tra i fondi d'investimento a livello mondiale.
La battaglia più lunga, durata 15 anni, che la società ha dovuto ingaggiare, è stata quella contro il governo argentino Kirchner. Nel 2001 Elliott Management investe sulle obbligazioni del governo argentino acquistando i Tango bond, poi finiti in default, per un valore nominale di 630 milioni di dollari. L'Argentina ha in seguito proposto un rimborso parziale (30 centesimi per dollaro), accettato da vari investitori ma non Singer, il quale si è rivolto a vari tribunali di Gran Bretagna e Stati Uniti e alla fine, nel 2016 il nuovo governo argentino ha rimborsato al fondo 2,4 miliardi di dollari, pari a un guadagno di almeno 10 volte la cifra investita.
Dopo il crollo della Borsa del 1987, la recessione degli anni novanta e la crisi economica causata dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008, l'hedge fund di Singer è intervenuto con investimenti borsistici per la ristrutturazione di aziende statunitensi e internazionali come TWA, MCI, WorldCom, Enron, Chrysler, Delphi Automotive, Novell, Skopko, Adecco, Hess, Elektrim, acquisendo anche partecipazioni con la giustificazione di voler difendere gli interessi degli azionisti di minoranza e aprendo battaglie legali in tutto il mondo.
Per quanto riguarda le sue operazioni in Italia, l'hedge fund di Singer ha condotto una battaglia legale durata tre anni contro i giapponesi di Hitachi che hanno comprato dall'ex Finmeccanica il 100% di Ansaldo Breda e il 60% di Ansaldo Sts con lo scopo di toglierla dal listino di Borsa Sts e poi fonderla nella sua divisione che si occupa di trasporti sui binari. Secondo Singer, che con la sua Elliott Management è arrivato ad avere il 31% di Ansaldo Sts, l'operazione è stata fatta in modo da danneggiare gli azionisti di minoranza dell'Ansaldo Sts. Il braccio di ferro si è concluso nell'ottobre 2018 con i giapponesi di Hitachi che hanno dovuto versare a Elliott un maxi assegno di 807 milioni di euro per comprare la loro quota del 31% e poi procedere al delisting.
Nel marzo 2018, dopo averlo fatto già qualche anno fa, entra di nuovo in Telecom Italia, società controllata dal gruppo francese Vivendi di Bolloré, rilevando inizialmente una quota inferiore al 3% con il titolo che in Borsa s'impenna del 6%. Singer critica il vertice dell'azienda in merito alla governance, alla valutazione del titolo, alle strategie e alle relazioni con le autorità italiane sostenendo che tutte queste cose potrebbero essere migliorate. Non solo: accusa anche Vivendi di trovarsi nel caso Telecom Italia in conflitto di interessi a causa dello scontro in atto con Mediaset di Silvio Berlusconi su Premium. Nell'assemblea del 4 maggio il fondo Elliott, appoggiato anche da Cassa Depositi e Prestiti, grazie alla votazione si ritrova con 10 consiglieri su 15 mettendo Vivendi in minoranza. Con il nuovo consiglio d'amministrazione formato da 13 consiglieri indipendenti su 15, compreso il presidente, Telecom Italia diventa, come voluto da Elliott, una public company. Il 7 maggio vengono eletti all'unanimità, con la sola loro astensione, Fulvio Conti presidente e Amos Genish confermato amministratore delegato. Nell'ottobre 2018 Elliott rileva, attraverso un aumento di capitale di 65 milioni di euro, l'81% di Credito Fondiario, istituto che gestisce circa 45 miliardi di crediti deteriorati.
Nell'aprile 2017 Singer interviene anche sulla squadra di calcio del Milan con un prestito last minute di 303 milioni di dollari: 180 al nuovo proprietario della società milanese, il cinese Yonghong Li, con un tasso dell'11,5% (determinante per la chiusura dell'acquisizione del club) e 123 milioni al club ad un tasso del 7,7%. In garanzia del debito, Elliott ha ottenuto un pegno su tutte le azioni del Milan, incluso il controllo di tutti i marchi e di tutti i diritti di proprietà della società rossonera. Nel luglio 2018 il fondo ha proceduto all'escussione del pegno detenuto sul Milan per inadempimento di 415 milioni di euro da parte della proprietà cinese, delle obbligazioni nei confronti di Elliott, che diventa così il nuovo proprietario del club rossonero con una quota del 99,93% del club, con tanto di nuovo management. Il 10 luglio 2018 Paul Singer ha comunicato un investimento di 50 milioni di euro di capitale per stabilizzare le finanze del club. Nel settembre 2018 Elliott ha versato altri 120 milioni di euro nella società per rimborsare due obbligazioni, cancellando così sostanzialmente i debiti del club.
"Nessuno può prevedere per quanto tempo i governi possano cavarsela con una crescita fasulla, denaro finto, lavori finti, una finta stabilità finanziaria, numeri falsi sull'inflazione e una finta crescita del reddito. Quando si perde la fiducia, quella perdita può essere grave, improvvisa e simultanea in un certo numero di mercati e settori". (Comunicato Elliott).
(di Massimiliano Valle e Matteo Ronchetti)
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