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Krzysztof Piątek, attaccante del Genoa (credits: GETTY Images)
Luca Pagni, giornalista di Repubblica e noto tifoso del Milan, ha così parlato della situazione rossonera, attraverso il suo "Bollettino Milan": "Cosa pensa di Krzysztof Piatek? “E’ un attaccante completo e può diventare uno dei numeri 9 più importanti d’Europa”. Sono le parole di Cesare Prandelli, allenatore del Genoa e ultimo allenatore della Nazionale ad aver sfiorato una vittoria importante (la finale dell’Europeo del 2012). Questo per dire che è uno che se ne intende e che nelle ultime settimane ha potuto vedere da vicino il centravanti polacco, neo acquisto del Milan. Ed essendo ormai stato chiuso il trasferimento non ha nemmeno bisogno di elogiarlo più del dovuto, solo per vincere le ultime resistenze del club rossonero.
Il Bollettino sposa il parere dell’ex allenatore di Parma e Fiorentina, Perché non solo è un tecnico preparato, ma è una persona intellettualmente onesta. E perchè ha ragione: in un campionato tatticamente difficile come quello italiano, dove più che in ogni altro torneo si lavora sulla fase difensiva, il giovane attaccante nato nella Bassa Slesia e cresciuto calcisticamente nel Cracovia ha già segnato 13 gol. E li ha fatti in tutti i modi: da fuori area, di potenza, di precisione, di testa e su rigore.
Ha 22 anni, ma ha fisico e movimenti da giocatore più esperto. Ora deve compiere il passo finale, forse il più difficile. Negli anni passati, tanti giovani attaccanti promettenti sono arrivati al Milan ma San Siro è stato loro fatale (da Agostini a Comandini, da Maniero a Silva) . Sempre secondo Prandelli è “pronto per giocare in un top club”.
Poi, ci può stare che i tifosi non siano felici. Alcuni ritengono addirittura blasfemia, sostituire Gonzalo Higuain – il più prolifico centravanti della Serie A degli ultimi anni con Icardi – con un (fino all’anno scorso) sconosciuto polacco, con solo due presenze nella sua nazionale (ma già un gol).
Il Bollettino li comprende. Ma chiediamo se valga la pena trattenere un giocatore che da tempo sta dimostrando di avere la testa altrove e che sul campo si è impegnato più a protestare con i compagni che a giocare a pallone, a inveire contro i difensori che gli mordono i polpacci invece di restituire colpo su colpo, nonché a ingaggiare duelli verbali con gli arbitri invece di buttare in porta il pallone più importante della stagione (il rigore contro la Juve).
Nulla di dire: Higuain è il giocatore tecnicamente più forte in forza al Milan in questo momento (anche se Lucas Paquetà ha già fatto vedere numeri non male). Ma per il Bollettino sarà sempre meglio avere un giovane promettente su cui scommettere piuttosto che un campione che non ha più voglia.
Ed è lo stesso ragionamento fatto in società. Tenendo conto che, per come sono andate le cose, qualcuno sapesse che Higuain sarebbe rimasto solo per per la prima parte della stagione. Non lo sapeva sicuramente Gennaro Gattuso che lo ha sempre difeso, forse nemmeno Leonardo, da cui la “famosa” reazione (“si prenda le sue responsabilità”). Ma sono supposizioni, a questo punto anche poco accattivanti.
Molto più interessante prendere la calcolatrice e fare due conti. Con i soldi risparmiati con l’addio di Higuain, Piatek è abbondantemente pagato. L’ingaggio netto è di 2 milioni contro i 9 dell’argentino, con i 35 del riscatto ci si paga Piatek, ma si risparmiano i 9 della seconda metà del prestito. Inoltre, se è vero che Leonardo è riuscito a stappare un pagamento dilazionato in tre anni, appare evidente come il Milan si sia mosso all’interno dei paletti del fair play finanziario (fermo restando che il club continuerà la sua politico di opposizione alle regole Uefa).
Riassumendo e riprendendo il titolo del nostro articolo. Il Milan sostituisce Higuain con un giovane promettente, risparmia soldi e dimostra con i fatti la linea societaria di puntare sui giovani di qualità (ricordiamoci sempre di Paquetà). Certo, anche il Bollettino ha sempre scritto che per costruire velocemente una mentalità vincente occorre avere in squadra almeno 2-3 campioni che sappiano già cosa voglia dire “vincere”. Ma il Bollettino non dirige il Milan e non tira fuori i soldi per gestirlo. Quindi, per dare un giudizio definitivo aspettiamo la fine della stagione. Abbiamo già criticato abbastanza le gestione societaria nei giorni di Gedda. Per ora possiamo dire che con l’arrivo di Ivan Gazidis quale capo azienda, si stanno comportando con coerenza sul tema degli ingaggi".
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