Il Milan perde contro il Parma e i rossoneri sono già al centro di tante critiche. Paulo Fonseca deve prendere spunto da Ancelotti
Ecco a voi il calcio dominante tanto chiacchierato e richiesto. Possesso palla, riaggressione veloce, dominio e difesa alta. Bel gioco, spettacolo e risultati: la dirigenza rossonera è stata accontentata. Tre vittorie e tre ottime prestazioni: ma allora come mai ci ritroviamo con un solo punto in classifica? Ah, giusto, non siamo più in America, ma in Italia e in un campionato in cui vinci se subisci il meno possibile.
Dopo soli due match possiamo anche dire basta a questa ossessione per il calcio dominante. Questo Milan non è fatto per giocare in quel modo, non ha le caratteristiche giuste né tantomeno i giocatori. Non stiamo sottovalutando i rossoneri, sarebbe sbagliato per il loro reale valore, ma piuttosto chi è convinto che per vincere basti giocare all'attacco.
Prendiamo spunto da Ancelotti
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Il consiglio migliore, per cercare di raddrizzare immediatamente la barca, è uno solo: prendiamo spunto da un totem come Carlo Ancelotti. Appendiamo il Milan attuale su una lavagna, analizziamo ogni sua singola pedina e cerchiamo di trovare una quadratura fra difetti e qualità. Cosa ne esce? Una squadra veloce, capace di far male qualunque avversario in contropiede. Ai fan del bel gioco apparirà come un'eresia ma, purtroppo per voi, a calcio si può vincere in diversi modi.
Assurdo, pensateci un attimo, attuare delle ripartenze invece di subirle. In qualunque modo voi mettiate in campo questo Milan non è uscirà mai un calcio dominante poiché, a volte, c'è bisogno di una bella dose di umiltà. Il gruppo rossonero, ai fatti, può contare su alcuni giocatori dalle spiccate qualità: Reijnders, Theo Hernandez, Fofana, Maignan, Leao, Morata e Pulisic. Eppure, per attuare una strategia imperante serve anche altro.