Il Milan torna da Madrid con una storica vittoria. Fonseca incarta Ancelotti e, forse, ha finalmente trovato la quadra tattica
Finalmente, una serata da Milan. Una settimana fa, circa, scrivemmo di un Milanismo perduto, di un'anima rossonera che vagava fra prestazioni deludenti e risultati altalenanti. Nel giro di 90 minuti, poi, la squadra di Fonseca ci risveglia dall'incubo: il Milan vince a Madrid, al Santiago Bernabeu contro i Blancos, i campioni d'Europa in carica.
E non vince neanche in modo casuale, anzi. Il Milan mette in campo voglia, cattiveria, idee e velocità. Una formazione molto difensiva (altrimenti come li fermi quei tre lì davanti?), ma uno spirito molto offensivo. Fonseca incarta Ancelotti in poche mosse: la prima riguarda il grande lavoro di Yunus Musah fra quinto di destra e mezz'ala. La seconda porta Leao a sprigionare tutte le sue qualità in avanti e la terza riguarda un immenso Pulisic che galleggia fra attacco e centrocampo. Insomma, il tecnico portoghese se l'è studiata davvero bene.
Ma in Italia è diverso
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Un successo storico che permetterà a tutti i tifosi rossoneri di poter vantare questi nuovi highlights e non più quelli del 2009 con uno straordinario Pato. Il Milan aveva il vitale bisogno di vivere una notte del genere e soprattutto contro un avversario del genere. Non è solito uscire dal Bernabeu con una vittoria ed è giusto che il mondo del Diavolo si goda questo risultato.
Ora, però, arriva il Cagliari. Sembra strano dirlo così, ma il Milan deve iniziare a entusiasmare anche in Italia. Fonseca non trova alcun torto quando sottolinea, nel post partita, che in Italia le partite risultano sempre molto complicate. Difese arcigne, risultati sempre in bilico e un atteggiamento volto più al non subire che al realizzare. La tappa di Cagliari, così, diventa importante tanto quanto i 3 punti del Bernabeu, perché questo Milan può e deve anche esaltarsi in Serie A.