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Fabio Capello, ex allenatore del Milan (credits: GETTY Images)
ZEMAN-CAPELLO: IL MOTIVO DI FONDO
Quando, nel 1991, Fabio Capello diventa allenatore del Milan nella successione ad Arrigo Sacchi, era ancora vivo nel calcio italiano il concetto, già in parte dissacrato da Silvio Berlusconi proprio con Sacchi, che prima di guidare una grande squadra un allenatore dovesse fare una certa gavetta. Ma mentre Arrigo l'aveva fatta nelle serie minori, Capello era passato, dopo alcuni anni nelle giovanili rossonere, direttamente alla Prima squadra. C'era stato qualche cenno del'Assoallenatori su questo punto, le frasi critiche del povero Franco Scoglio e forse anche Zdenek Zeman, da allenatore della Lazio a metà degli anni Novanta, volle insistere su questo filone scendendo nel merito con le sue dichiarazioni, mentre Capello ha sempre cercato di rispondere con i fatti e con le partite.
ZEMAN-CAPELLO: DA VIENNA ALL'OLIMPICO
C'è un prima e un dopo fra Zeman tecnico della Lazio e Capello allenatore del Milan. Nel Settembre 1994, dopo uno spettacolare Milan-Lazio 2-1 a San Siro, Silvio Berlusconi dichiara: "A suo tempo mi ero posto un dubbio, se Zeman potesse fare l'allenatore in una grande squadra. Ora lui è giovane e ha una grande squadra, la Lazio. Il dubbio resta, ma noi ci teniamo Capello che è bravissimo e continua a vincere". Pochi mesi dopo, ecco l'attacco, il vulnus. Il Milan, in piena rimonta nel girone, vince 1-0 a Vienna il 7 Dicembre 1994, con il gol in questi casi "solito" di Daniele Massaro, l'ultima partita della fase a Gruppi di Champions League contro il Casinò Salisburgo. Era un Milan stanco e rimaneggiato, contava solo vincere e fu una gara sofferta. Ma Zeman interviene duro: "Purtroppo ho visto la partita in tv. I milanisti non sono stati certo l'espressione migliore del calcio mondiale. Io sono un esteta, e per me questo è un pregio, anche se altri lo ritengono un difetto. Personalmente non sarei felice come Capello; è vero, ha vinto, ma giocando così ottiene solo di prolungare l'agonia del Milan". Capello non gradì ma non replicò apertamente. Avrebbe voluto prendersi la rivincita il 19 Febbraio 1995 alla prima occasione utile, ma il Milan anche qui stanco per le fatiche di Supercoppa Europea contro l'Arsenal e per il recupero di campionato con il Genoa, perde 4-0 all'Olimpico contro la Lazio, con gol di Casiraghi, doppietta di Signori e autorete di Baresi.
ZEMAN-LAZIO: LA PIENA RIVINCITA DI DON FABIO
La data della, per di più doppia, rivincita di Fabio Capello è solo rimandata. Il 3 Dicembre 1995, con un gran gol in volata di George Weah all'86' minuti, i rossoneri vincono 1-0 sul campo della Lazio. Don Fabio batte Zeman e al tempo stesso allontana le voci di una sua partenza dal Milan. In occasione di quella partita, i due tecnici avevano annunciato di aver fatto pace. Ma nel post-gara, non mancano le frecciatine. Fabio Capello: "La Lazio ha un potenziale inespresso? Non chiedetelo a me...". Di rimando Zeman torna ad accusare il Milan di essere utilitaristico e, già che c'è, falloso: "Weah ha fatto un gran gol, è un grande giocatore. Ma abbiamo sbagliato noi, perchè eravamo in superiorità numerica e dovevamo sfruttarla. In azioni come quella di Weah, si doveva almeno fermarlo con un fallo, Potevamo farlo anche noi, visti tutti i falli che i milanisti hanno fatto su Casiraghi...".
Fonte: acmilan.com
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